Verso Santiago: la giornata del pellegrino

Ott 24, 2023

Tempo di lettura: 6 min.

Una volta conosciuta la storia del Cammino (QUI) e preso contatto con le caratteristiche del Cammino francese (QUI), vediamo come si svolge oggi la vita di un moderno pellegrino in marcia verso Santiago de Compostela.

Nessuna guida al mondo – e ben pochi racconti di viaggio – riusciranno a descrivere i piccoli o grandi miracoli che il Cammino ha in serbo per chiunque lo affronti con l’animo libero dalle angosce della modernità. Emozioni, sensazioni, volti, immagini e parole che passano in un attimo, restando indimenticabili. Incontri che offrono conforto, regalano serenità e testimoniano che, sul Cammino, non si è mai soli…

Proprio perché non si è mai soli, però, è bene anche che si precisino alcune norme di comportamento. La regola principale è il rispetto per gli altri. Sorridere e salutare con gentilezza. Non disturbare chi vuole stare in silenzio. Attendere con pazienza il proprio turno quando si fa la coda per entrare in un rifugio o per la doccia. Non occupare più spazio di quello che ci è assegnato, in genere sempre scarsissimo. Lasciare le docce e i servizi puliti. Se si usa la cucina, non solo lavare e riporre le stoviglie ma, se capita, condividere con altri ciò che si ha. Soprattutto, non disturbare. Se non si vuole andare a dormire presto o se ci si vuole alzare molto prima dell’alba, bisogna preparare le proprie cose in anticipo, non accendere la luce e muoversi il più possibile in silenzio.

IL RITMO DEL CAMMINO

Normalmente, ci si sveglia molto presto (intorno alle 6) per mettersi in cammino al sorgere del sole. Quasi tutte le ospitalità, comunque, chiudono alle 8 e anche se piove o si è stanchi, bisogna comunque partire. Ogni mattina, quando ci si alza, l’unico pensiero è quello di camminare. Per tutto il giorno si rimane costantemente stupiti dalle meraviglie di una natura rigogliosa e di un’arte ricchissima. Le uniche difficoltà da superare sono le scarse asperità del sentiero, le possibili intemperie del clima e i dolori sparsi qua e là per il nostro corpo. Così, le uniche “preoccupazioni” quotidiane, nella semplicità e nella serenità del passeggiare tra campi e boschi, tornano ad essere quelle elementari: bere, mangiare e dormire (se il cellulare rimarrà spento). Per bere: ci si rifornisce al mattino, si trovano spesso fontane o, alla peggio, si chiede un po’ d’acqua a chiunque del luogo s’incontri. Solo in alcune tappe ci sono lunghi tratti da affrontare con una buona scorta idrica. Quanto a mangiare, durante il cammino è meglio stare leggeri e alimentarsi regolarmente con frutta o cibo energetico. Dopo mezzogiorno, qualcuno preferisce prima trovare il rifugio in cui dormire e poi mangiare, altri prediligono invece una breve sosta in un bar, altri ancora vogliono continuare a camminare con regolarità: il vero pasto si fa, dunque, la sera.

 DOVE E COME SI DORME

Le ospitalità per pellegrini sono molto diverse tra loro: alcuni “albergue” (così si chiamano) sono moderni e altri antichissimi; alcuni ben tenuti ed altri assai spartani. Ce ne sono di pubblici, di religiosi (sempre meno) e, soprattutto, di privati; solo pochissimi, tra cui quello di San Nicolás de Puentefitero, gestito dalla Confraternita di Perugia, offrono un’ospitalità ancora tradizionale e fraterna. Il loro costo va dal semplice donativo (che è giusto lasciare) a cifre che si aggirano intorno ai 10-15 euro, in cambio delle quali avrete a disposizione il posto in un letto a castello all’interno di stanze stipate fino all’inverosimile. Possono esserci altri servizi (compresi o a pagamento), dalle lenzuola alle stanze a 2 o 4 letti. Ci sono sempre servizi igienici e docce, oltre ad una zona predisposta per lavare e stendere gli indumenti (spesso si trova anche una lavatrice a pagamento). Quando poi, soprattutto in estate, l’affollamento si fa davvero esagerato, molti paesi si attrezzano mettendo a disposizione palestre, scuole e sacrestie, dove i pellegrini in esubero trovano a malapena da lavarsi e dormono per terra. L’alternativa più comune sono gli hostal, alberghetti a conduzione familiare che offrono stanze a un prezzo che varia dai 20 ai 40 euro con colazione compresa. Gli hotel veri e propri, naturalmente, costano di più, ma sempre meno che in Italia. Altra ottima soluzione (quando si trova) è quella della “casa rural”, equivalente dei Bed&Breakfast.

Ermita de San Nicolás de Puente Fitero : percorsi escursionistici e  trekking | Komoot

IL “MENU DEL DIA”

Come detto, il luogo in cui fermarsi si cerca abbastanza presto: molti pellegrini, infatti, si mettono in coda davanti alle porte delle ospitalità già a mezzogiorno; molti – ormai – prenotano prima per telefono. Così, dopo le 14, si rischia di non trovare più posto. In ogni caso è giusto fermarsi entro le 16 per avere a disposizione il tempo di lavarsi, lavare gli indumenti e stenderli, perché l’indomani siano asciutti. Si cena presto, tra le 19 e le 20: quasi tutti i rifugi dispongono di uno spazio cucina in cui potersi preparare qualche cosa che si è acquistato nei negozi lungo il Cammino. In alcune ospitalità tradizionali, la cena si consuma in comune: ciascuno mette a disposizione quello che ha. Molti rifugi privati, invece, preparano anche la cena; non è obbligatoria, ovviamente, ma in genere è buona ed economica. L’alternativa più semplice sono i bar, le mesón e i ristoranti che offrono il “menù del dia”, cena a prezzo fisso per pellegrini (tra 9 e 12 euro) in genere di buona qualità. Subito dopo le 21 ci si mette in branda (anche se fuori c’è ancora luce), cercando di dormire. Purtroppo, la maleducazione, l’affollamento e quelli che russano, rendono le notti in rifugio quasi sempre un’esperienza poco gradevole. Anche questo, però, è il “pegno” che si paga: la parte negativa della riscoperta di una socialità più semplice e spontanea.

Tarifa especial Peregrinos del Camino de Santiago

CREDENCIAL E COMPOSTELA

Al di là dei documenti personali, l’unico “passaporto” indispensabile e imperdibile da portare con sé è la Credencial, che serve a distinguere un vero pellegrino da ogni altro viaggiatore. Dovrebbe essere rilasciata solo da un’autorità religiosa che si assume la responsabilità del pellegrino stesso; pertanto, ne deve essere fatto un uso responsabile. In Italia, può essere richiesta (almeno un mese prima di partire) alla Confraternita di San Jacopo di Compostella – piazza IV novembre, 6 – 06123 Perugia – tel/fax 075-5736381 – cell 340-7597549 – segreteria@confraternitadisanjacopo.it www.confraternitadisanjacopo.it.

La Credencial è un attestato di viaggio con una serie di caselle su cui andranno apposti i timbri (sellos) delle ospitalità dove si sosta. Solo chi ha la Crediacial può alloggiare nei rifugi, usufruendo delle tariffe agevolate. La Credencial è anche l’unico documento che consente di richiedere, al termine del Cammino documentato dai timbri, la Compostela, ovvero la pergamena che attesta l’avvenuto pellegrinaggio e che viene rilasciata esclusivamente dalla “Oficina de Acogida de Peregrinos”, a due passi dalla Cattedrale di Santiago, in rúa Carretas 33. La Compostela dovrebbe essere rilasciata solo a coloro che compiono il pellegrinaggio: «devotionis affectu, voti, vel pietatis causa» (motivato da devozione, voti o pietà) e che compiono interamente almeno gli ultimi 100 chilometri a piedi (o a cavallo) prima di Santiago, oppure gli ultimi 200, se in bicicletta (in questi casi ricordarsi di apporre 2 timbri al giorno). Oltre alla Compostella, l’Ufficio di accoglienza del Pellegrino offre al pellegrino il Certificato di Distanza, un documento che attesta il numero di chilometri percorsi, da uno dei percorsi riconosciuti come ufficiali per Santiago. Anche i bambini che fanno il pellegrinaggio con i loro genitori o in gruppo – e che hanno ricevuto il sacramento della Comunione – possono ricevere la Compostela. Se non sono abbastanza maturi a causa della loro giovane età, ricevono un certificato speciale con i loro nomi. Nel caso di neonati o bambini molto piccoli – invece – i loro nomi sono inclusi nella Compostela dei loro genitori.

La credenziale del Camino de Santiago nel 2020 | Tutte le novità

A questo punto, non rimane che augurare a tutti “Buen Camino”, anzi “Ultreja” (il più antico dei saluti che i pellegrini si scambiano lungo il Cammino). Un ultimo consiglio: affrontate questa esperienza con “leggerezza”. Leggero sia il vostro passo: senza forzare e senza trascinarsi per forza, però senza fermarsi o arrendersi al primo fastidio o dolore. Leggero sia il vostro animo: disponibile al dialogo, anche se reso difficile dagli ostacoli linguistici; aperto al sorriso, anche quando sarete stanchi o nervosi. Leggero sia il vostro cuore: colmo di gioia per tutte le infinite meraviglie che osserverete e per quella ritrovata dimensione spirituale che è fatta anche di lunghi dialoghi con se stessi, nel silenzio della natura. Infine, leggero sia anche… il vostro zaino!

Autore :