SUPERVAGAMONDO: STENIO SOLINAS COMPIE UN VIAGGIO NELLA CULTURA E NELLA VITA

Feb 4, 2024

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Chi è di Destra, farebbe bene a tenere d’occhio una casa editrice, la “Edizioni Settecolori”, perché, per quanto non sia necessariamente “organica” ad un’ideologia politica, è una casa editrice bastiancontraria che dà ampio spazio ad autori genericamente “di Destra”. Non deve essere a caso infatti, che “I Sette colori” è il titolo di un meraviglioso e struggente romanzo di Robert Brasillach un controverso scrittore e intellettuale francese.

Per citare un autore che ha pubblicato più libri, per la casa editrice “Settecolori”, menziono il nome di Stenio Solinas, firma brillante e al tempo stesso “scomoda” nell’ambiente della Destra. Basterebbe citare il celebre saggio “Per farla finita con la destra” del 1997, per intuire il ribellismo anticonformista del personaggio. Ma ad un’attenta lettura, con la dovuta profondità s’intuisce che Solinas non vuole farla finita con la Destra, ma con una certa Destra, in quanto egli la desidererebbe diversa, forse, diciamolo, “idealizzata”. In una intervista di diversi anni fa allo scrittore, alla domanda se egli (Solinas) si considerasse di Destra o fascista, il giornalista romano, rispose: “Più vicino al fascismo”, e Solinas ne spiegava le ragioni; per lui il fascismo fu il più efficace tentativo di conservare l’individualità all’interno di una società comunitaria, che è cosa diversa da “individualismo” e “collettivismo”.

Che il fascismo ci sia riuscito o no, è un dibattito ancora aperto e serrato, certamente fu il progetto che intrecciò il pensiero del giurista Alfredo Rocco e del filosofo idealista Giovanni Gentile, che con il suo “attualismo” immaginò lo Stato fascista. Per Gentile infatti, lo Stato fascista con il suo autoritarismo comunitario, non intendeva annichilire l’individuo, ma “moltiplicarlo”. Autorità e libertà coincidevano. Stato e individuo erano un’unica entità. Per approfondimenti vi rimandiamo alla lettura di Origini e dottrina del fascismo, di Giovanni Gentile (con una prefazione di Adriano Scianca), per la casa editrice Passaggio al Bosco, nel quale il filosofo risponde, compiendo un affascinante viaggio nel cuore e nell’anima di un’epoca incendiaria: dal Risorgimento all’Unità d’Italia e dalla Grande Guerra all’epopea delle camicie nere, attraverso gli uomini e i principi che hanno mosso l’idealismo, il nazionalismo, il sindacalismo e lo squadrismo.

Per tornare a Solinas, egli, già dirigente del FAUN romano, organizzazione universitaria del partito della Destra nazional-rivoluzionaria del Movimento Sociale Italiano, è cresciuto nell’ambiente giovanile della Destra politica e culturale, contribuendo alla nascita di quella corrente denominata “Nuova Destra” che si rifaceva alle tesi dell’intellettuale francese Alain De Benoist. Solinas emana una sensazione di “contraddizione”, polemizzando con un MSI-Destra Nazionale che percepiva come una formazione “imborghesita”, “paludata”, sognando un “ritorno alle origini” movimentista, e socialista nazionale.

Nel 2008 uscì, per l’appunto, per la Settecolori un tomo che recava il titolo di “Vagamondo”. Andò rapidamente esaurito, al punto che fu necessaria una seconda edizione. Successivamente Solinas vi ha rimesso le mani in una edizione ampliata dal titolo “Supervagamondo”, dato alle stampe nel 2022, un libro di ben 759 pagine. La sensazione della piacevole lettura del saggio è che l’autore volesse allontanarsi dalla politica “in senso stretto”, ampliando gli orizzonti, trattando una varietà di temi e argomenti impressionanti, nei quali Solinas mette grande passione. Eppure la politica c’è tutta, anche se trattata in modo indiretto e mai banale. Il testo è diviso in varie sezioni, la prima in “Fatti e gesta” riportando la cronaca di luoghi che Solinas ha visto di persona nei suoi viaggi come corrispondente giornalistico, che inizia con Malta e termina con la Cina e Cuba, dove non manca di descriverne i dispotismi e le miserie; c’è la seconda sezione dedicata ai “Paesaggi e memoria”, in cui si chiude con due capitoli dedicati a Predappio e a Fiume e all’impresa di d’Annunzio e dei legionari. La terza sezione: “Divismi e snobismi”, dove torna in un capitolo a dedicarsi al Vate di Pescara, mentre in altri capitoli si dedica alla regista di propaganda nazionalsocialista Leni Riefenstahl, o attrici come Garbo, Dietrich e Monroe, chiudendo con un passaggio dedicato al controverso maestro della fotografia David Hamilton di gusto e idee conservatrici. Una quarta sezione dedicata esclusivamente alla “Casa Russia” dove si parte da Toltoj e passando per censure e purghe, Gulag e orrori di Stalin, c’è spazio per geni del cinema propagandistico sovietico come Ejzenstejn. La quinta sezione, “Smalti e cammei”, non può non partire da Louis Aragon e Pierre Drieu la Rochelle, uno scrittore, quest’ultimo, molto caro a Solinas, e si chiude con il genio della pittura fascista Mario Sironi, passando da Malraux e Borges solo per fare due nomi. La sesta e ultima sezione è intitolata “Vissi d’arte”.

Impossibile citare tutti i nomi e gli argomenti affrontati dallo straripante Solinas, nel quale saggio “Supervagamondo. Viaggi e paesaggi, luoghi e incontri, miti e snobismi”, Solinas mescola le sue due principali passioni, la conoscenza artistica e culturale attraverso libri, film, mostre, e i suoi viaggi. Per Solinas, la “cultura” non passa solo dall’acculturamento letterario, ma è anche un’esperienza vissuta in prima persona, con i viaggi, andando nei luoghi, vedendo di persona e toccando con mano la materia trattata.

Supervagamondo è un diario personale dove geografia politica, intellettuale e sentimentale, s’intrecciano. Sono incontri, nomi, luoghi. C’è la Russia della Rivoluzione d’Ottobre, con i milioni di innocenti massacrati, i mesti tropici cubani del post-castrismo, la Fiume dannunziana, gli intellettuali inquieti, gli scrittori viaggiatori.

Solinas non è retorico, mescola, ama le contaminazioni ideologiche, le posizioni “eretiche”, spesso il fascino di un personaggio, nella sua esperienza personale e intima, interessa all’autore del saggio, maggiormente della sua fede politica. Solinas è “politicamente scorretto” e non “irreggimentato”.

Infine, Supervagamondo è il testamento spirituale di Solinas, uno sguardo nostalgico rivolto ad un mondo, uno stile di vita forse tramontato, quando viaggiare era un piacere e reggeva una certa idea di bellezza, lo snobismo e il dandismo con tutto il suo retaggio romantico e decadente. Un omaggio nostalgico sul “come eravamo” che probabilmente è finito per sempre.

Per Solinas, la forma è forse più importante del contenuto, o forse, forma e contenuto coincidono. Per Solinas la vita va vissuta “esteticamente”. Come altri libri di Solinas, Supervagabondo è un libro che può interessare chiunque, a prescindere dai propri ideali politici, ma non può mancare nella biblioteca di chi è appassionato di cultura di Destra.