Sulla guerra

Apr 1, 2024

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La guerra accompagna da sempre le vicende umane: è un archetipo dell’inconscio collettivo, modello che alberga nel profondo dell’anima. Attività naturale che ha determinato i rapporti tra popoli e Stati, ha modificato il corso della Storia in modo cruento, scatenando violenze e distruzione. L’archetipo della distruzione è presente nelle fiabe, nei miti di tutte le civiltà, nei racconti trasmessi tra le generazioni, come un segno divino, nobile e crudele.

Con la guerra si sviluppa la tecnica, le fortificazioni e le armi, ma anche la chirurgia e la medicina di primo soccorso, come tutti gli archetipi presenta una doppia polarità. Eroismo, sacrificio, difesa del territorio e della stirpe, violenza, sopraffazione ed inutili crudeltà le caratteristiche dei due opposti.

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Nel tempo della dissoluzione la guerra è stata rimossa e scacciata nell’Ombra, un elemento disturbante e spaventoso, fatto di emozioni forti e sentimenti sconvolgenti. I guerrieri, così diversi dai maschi deboli contemporanei, sono temuti ed esecrati, ricordano inconsciamente la viltà e la fragilità agli uomini incapaci di combattere. In realtà, il guerriero non è un folle agitato dalla violenza, ma un predatore che sfida altri predatori in uno scontro tra armati, tra uomini con un codice d’onore che per prima regola ha il rispetto degli inermi. Il guerriero annulla lo spirito di conservazione, sfida la paura, supera il dolore, si sacrifica per la patria ed il suo popolo, facendosi sacro.

Guerrieri delle armi e guerrieri dello Spirito, come nella Piccola e Grande Guerra Santa, dove nel nemico si combattono i limiti dell’umano. Il mercante accumula per esorcizzare la paura della morte, il guerriero disperde energie per superarla, nell’eterno scontro tra Spirito e materia. La guerra è un’orgia collettiva, uno stato di esaltazione psicofisico e spirituale come il rituale dionisiaco, un’esplosione di follia che rompe i limiti della realtà ordinaria.

L’irruzione violenta in uno stato alterato di coscienza, l’apertura su  una dimensione magica, esplosione del conflitto tra Eros e Thanatos, i due impulsi vitali. Nella teoria marxista la guerra nasce dalla privazione, da spinte economiche e sociali, dalla prevaricazione capitalista, in realtà la guerra compare nella Storia ben prima dell’avvento del capitalismo. Al contrario, la guerra nasce da un eccesso, dal furore sacro del guerriero, energia divina che si scarica nella lotta tra pari, una via iniziatica: l’ascesi eroica.

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La guerra tradizionale è scontro tra soldati, non strage di civili innocenti come nella guerra moderna della fine del Medioevo in poi. Con la globalizzazione dei commerci, la scoperta del Nuovo Mondo, la guerra cambia e perde l’aura di sacralità per diventare aggressione a chi non si può difendere. Il modello è quello degli USA che hanno scatenato attacchi militari contro Stati sovrani in tutto il mondo evitando lo scontro armato sulla loro terra, forti dal cielo e impreparati nel confronto diretto. Distruttori dell’abbazia medievale di Montecassino e autori della strage di bambini alla scuola elementare di Gorla a Milano, esecutori di bombardamenti a tappeto sulle città europee e delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki a guerra conclusa.

Le guerre americane sono sempre di aggressione, dall’Irak alla Serbia, per bassi interessi economici, per aprire nuovi mercati non per esportare la democrazia come vorrebbero far credere. I mezzi tecnologici utilizzati escludono la partecipazione diretta del soldato, si colpisce dall’alto per mezzo di un drone come in un videogioco. La mancanza di contatto fisico con l’avversario elimina i freni inibitori dell’aggressività che regolano anche il comportamento animale. L’animale che si sottomette non viene attaccato, mentre l’operatore che uccide da una sala di controllo non percependo i segnali emessi dalla vittima non ferma la sua azione.

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Senza le urla di dolore, le espressioni di terrore e disperazione, l’odore di carne bruciata, l’attacco non si interrompe e si esaurisce solo a strage ultimata. I valori di solidarietà e rispetto tra pari dei cavalieri medievali sono scomparsi per lasciare il posto alla freddezza operativa di un addetto al computer. Sentimenti di umana pietà, emozioni, principi morali, tutto viene azzerato dalla freddezza di killer spietati, addestrati all’indifferenza, al distacco dalla realtà. Le guerre contemporanee sono eminentemente stragi di innocenti, distruzione programmata di ospedali, abitazioni, infrastrutture civili.

Il nemico disarmato non può difendersi, soccombe nel disinteresse generale, ridotto a danno collaterale delle guerre di aggressione dei padroni del mondo. La finta Sinistra che hai tempi dell’Unione Sovietica era pacifista e antimperialista oggi è guerrafondaia, militarista con i soldati degli altri, combatte dal comodo salotto di casa. Vili che al primo sparo morirebbero di paura spingono alla guerra altri popoli armandoli nel migliore stile americano, senza alcuna vergogna per le carneficine che finanziano. Invasioni, genocidi, colpi di Stato, finte rivoluzioni arancioni e primavere arabe sono scatenate dagli USA per i loro interessi geopolitici.

L’aggressività dell’imperialismo americano spinge popoli che hanno una Storia comune a scontrarsi tra loro per isolare ed indebolire potenze rivali. La spregiudicatezza e la mancanza di coscienza morale di questo Stato che si è autonominato gendarme del mondo non conosce limiti, finanzia e organizza conflitti sanguinosi ovunque abbia interessi economici e strategici. Dopo aver diffuso le mode più demenziali e distruttive tra i popoli, ha snaturato anche la guerra, riducendola da atto sacrale tra guerrieri a strage di innocenti. Il grande capitale nella sua lotta per la conquista del mondo ha corrotto ogni principio, abbattuto ogni limite, riducendo la violenza sacra della guerra tradizionale a carneficina senza regole. L’unica vera guerra è quella romantica all’ombra delle spade, dell’ultima carica a cavallo contro i carri armati, la guerra del sangue contro l’oro.