Piera Gatteschi Fondelli e il SAF: donne per l’onore d’Italia

Nov 25, 2023

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“Onora sommamente la Patria ch’è una come la madre che ci dà la vita. Essa è altissima idea santificata dal sacrificio e dal martirio – elevata dalla poesia e dall’arte – alimentata dall’anelito di speranze di tante generazioni, concretate in bellezza dalla mente di Dio, che le ha dato inconfondibili caratteri e forme, e dal genio dell’uomo, espresso in miracolosi tesori d’arte e di sapienza”.

UOMINI LIBERI - Press: PIERA GATTESCHI FONDELLI: L'UNICA DONNA ITALIANA GENERALE DI BRIGATA

Amor di Patria: è questo il valore trasmesso dal primo punto del decalogo delle Ausiliarie, al quale Piera Gatteschi Fondelli diede pienamente atto, cercando di salvare in ogni modo le sue giovani combattenti.

Le donne soldato, infatti, non persero la vita solo durante la guerra: si parla di circa 300 decessi, anche a seguito del 25 aprile, con tantissime vittime dell’atroce vendetta partigiana, spesso fatta di torture, sevizie e violenza. Proprio per evitare alle sue ragazze questo destino cruento che, a guerra finita, la Fondelli distrusse gli archivi del corpo Ausiliario.

Ma chi erano le Ausiliarie e chi era la donna che cercò di proteggerle fino alla fine?

Si tratta di giovanissime volontarie – molte di loro non avevano ancora 20 anni – costituenti il Corpo Femminile Volontario per i Servizi Ausiliari delle Forze Armate Repubblicane, meglio noto come Servizio Ausiliario Femminile (SAF). Un servizio ausiliario, appunto, nato proprio su iniziativa della Fondelli, la quale – una volta venuta a sapere che Mussolini era stato liberato e aveva dato vita alla Repubblica sociale italiana nel Nord – decise di trasferirsi a Brescia, avviando una nuova collaborazione col segretario del partito Alessandro Pavolini. E fu proprio lì che, alla fine del 1943, la Fondelli manifestò al Duce il desiderio di far sì che anche le donne fasciste avessero un ruolo rilevante nella difesa della Nazione. Un progetto che prenderà vita il 18 aprile 1944 con l’istituzione del Servizio Ausiliario Femminile (SAF), al quale aderirono circa 6000 giovani donne di tutte le estrazioni sociali e con a capo la stessa Fondelli, la prima donna nominata generale di brigata.

Ancora una volta, la donna aveva dimostrato la sua audacia e il suo spirito patriottico. Infatti, il generale di brigata non aveva mai nascosto il suo interesse per la politica del Paese. Nata in Toscana, da Pietro ed Eletta Tirimandi, la Fondelli crebbe senza padre, dal momento che era morto prima della sua nascita. Trasferitasi a Roma con la madre prima del 1914, il 23 marzo 1921 – a soli 19 anni – si iscrisse al Fascio di combattimento di Roma e il 28 ottobre, a 20 anni, partecipò alla marcia su Roma guidando un gruppetto di venti donne che formavano la “squadra d’onore di scorta al gagliardetto”.

Nel 1936 decise di lasciare ogni incarico per seguire in Africa Orientale Italiana il marito, il conte Mario Gatteschi. Una volta rientrata in Italia, dopo tre anni, Mussolini la nominò Fiduciaria dei Fasci femminili dell’Urbe che contava 150.000 iscritte e nel 1940 divenne ispettrice nazionale del partito. Nel 1944, poi, divenne ispettrice della Federazione dell’Urbe, occupandosi dell’Opera nazionale maternità e infanzia, della Croce Rossa Italiana e delle colonie estive. Il Servizio Ausiliario Femminile, in tal senso, non fu che l’apice di un lungo percorso…

UOMINI LIBERI - Press: PIERA GATTESCHI FONDELLI: L'UNICA DONNA ITALIANA GENERALE DI BRIGATA

La Fondelli aveva le idee chiare su come addestrare e ,nello stesso tempo, proteggere le sue ragazze: niente pantaloni, niente trucco, niente fumo, nessuna concessione al cameratismo. Il generale, infatti, non aveva alcuna intenzione di far passare le sue ragazze come delle donne frivole o dai facili costumi. Patriottismo e moralità: erano queste le radici sulle quali intendeva costruire la realtà delle sue combattenti, senza farle rinunciare alla loro femminilità. Una ferrea disciplina, che porterà lo stesso Pavolini a definire il Saf “una delle istituzioni più serie ed utili fra tutte quelle che abbiamo“.

Finiti i corsi di addestramento, si passava al giuramento secondo la formula delle Forze Armate Repubblicane, diventando personale militarizzato con la qualifica di volontarie di guerra. «Non volevo un esercito di amazzoni», dirà molti anni dopo «ma di ausiliarie, di sorelle dei combattenti». Un obiettivo che la Fondelli riuscì a conseguire perfettamente: ne sono un’inconfutabile prova le storie di alcune delle sue ragazze, che tratteremo nella presente rubrica ” Ausiliare: le combattenti dimenticate”.

PER APPROFONDIRE:

Le soldatesse in grigioverde. Con il memoriale di Piera Gatteschi Fondelli, Generale delle Ausiliarie della Rsi di Garibaldi Luciano - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio

 

 

 

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