Patrick Pearse, poeta e martire per la libertà d’Irlanda

Ott 16, 2023

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Explainer: what caused Ireland's Easter rising? - University College Dublin

Ci sono delle figure dalle quali non si può prescindere. Nel contesto plurisecolare della lotta di liberazione irlandese, indubbiamente, Patrick Pearse è una di quelle. Jean Mabire, che di rivoluzionari se ne intendeva, lo descrisse come un “risvegliatore di popolo”. Questi uomini, spesso entrati a buon diritto nel pantheon degli eroi, avevano il pregio assoluto di essere dei “fondatori di miti”, sacrificando la propria esistenza per un’Idea.

Patrick Pearse - WikipediaÈ ciò che si evince dalla meravigliosa biografia che lo stesso Mabire ha dedicato al dublinese, tradotta dal francese e pubblicata per i tipi di Passaggio al Bosco Edizioni con una folta appendice fotografica e commemorativa: un testo fondamentale per comprendere la natura intriseca dell’identità gaelica, la durezza della guerra anglo-irlandese, i fermenti dell’Easter Rising e l’incrollabile fede dei volontari nazionalisti.

Patrick Pearse – come Bobby Sands – è stato un patriota, un poeta e un martire della verde isola. Le parole dell’autore, in tal senso, non hanno bisogno di interpretazioni:

Portava tutto il destino del proprio popolo come un peso sacro. La sua missione, lo seppe fin dall’adolescenza, sarebbe stata quella di liberare l’Irlanda dal giogo straniero. La sua non fu neanche una scelta, ma un’evidenza. Era nato per essere un rivoluzionario”.

Egli manifestava – con la semplicità del puro di cuore – la perfetta armonia dei tre elementi che garantiscono la ribellione di un popolo oppresso nel corso del Novecento: l’impegno culturale, la militanza politica e la lotta armata.

Patrick Pearse, capace di impugnare la penna e il fucile con il medesimo impeto, fuse il pensiero e l’azione in una mistica eroica e identitaria che rispondeva ad un solo imperativo: risvegliare la Patria irlandese dalla lunga notte coloniale dell’invasore britannico. Per farlo, costituì la scuola di St. Enda, al fine di forgiare le giovani generazioni alla riscoperta della lingua gaelica e del retaggio celtico: Pearse, cresciuto al culto degli antenati, alla magia delle saghe popolari e all’epopea dei santi, comprese che nessuna ribellione avrebbe assunto un carattere totale se non avesse affondato le radici nel tessuto identitario e tradizionale della propria Terra.

Easter Rising 1916: The Wayfarer, by Pádraig Pearse

La sua – senza dubbio – fu un’opera totale ed organica, che spalancò le porte all’Insurrezione di Pasqua, alla folgorante guerriglia dell’Irish Repubblican Army e alla nascita della Repubblica d’Irlanda: una strategia rischiosa e pagata a caro prezzo, capace di portare gli inglesi al tavolo delle trattative ma non di riunificare l’intera isola sotto il dominio sovrano del tricolore. Il grande pregio di Pearse, allora, fu quello di trasformare gli agitatori in profeti: la liberazione dell’Irlanda non aveva lo scopo di risolvere un problema economico, sociale o politico, ma quello di restituire la terra di Erin alla sua missione di roccaforte spirituale nell’Occidente del nostro mondo. Senza compromessi, senza maschere, senza accordi sottobanco: non si doveva parlare alle presunte ragioni dei calcolatori, ma al cuore e all’anima del popolo in catene. Il passaggio dal libro al fucile – in un contesto che si faceva sempre più esplosivo – fu un atto spontaneo, come la naturale prosecuzione di un percorso che aveva fatto propria una massima senza tempo: la libertà non si mendica, ma si conquista. Alle parole, seguirono i fatti.

Patrick Pearse. Una vita per l'Irlanda - Jean Mabire - Libro - Passaggio al  Bosco - Focolai | IBSPatrick Pearse fu tra gli organizzatori della Rivolta di Pasqua: la celeberrima Proclamazione della Repubblica Irlandese – passata alla storia come il gesto che innescò un cambiamento epocale – fu letta proprio da lui, mentre i militanti repubblicani occupavano il palazzo delle Poste e i punti nevralgici della città di Dublino. L’insurrezione fallì miseramente: l’esercito britannico la represse nel sangue, mettendo fine alle ambizioni di un manipolo di rivoluzionari indomiti e testardi. Prima di essere giustiziato, nella sua ultima lettera, Patrick Pearse riassume il senso del suo sacrificio:

Questa morte è quella che avrei chiesto se Dio mi avesse dato la scelta tra tutte le morti. Morire da soldato per l’Irlanda e per la libertà”.

Alla sua esecuzione, però, si accompagnò il risveglio di un intero popolo: i martiri avevano indicato la Via. Sessant’anni dopo, nei Blocchi H del carcere di Long Kesh, Bobby Sands continuerà a sognare una Patria libera, unita e repubblicana, sussurando in gaelico l’orgoglioso rifiuto della resa: Tiocfaidh ár lá. Il nostro giorno verrà.

 

 

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