L’etica del sole e dell’acciaio: forgiare il corpo, tempio dell’anima

Nov 12, 2023

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Un individuo avrà sempre fame o brama di conoscenza, in particolar modo se questa contribuirà a delineare la sua immagine e le sue idee. ln questo fenomeno di formazione personale, l’attenzione si volge istintivamente su tutto ciò che può allargare o arricchire la nostra Weltanschauung o il nostro interesse storico-politico-culturale: un percorso che ci renda capaci di esprimere e argomentare le nostre idee, in modo che esse non possano essere piegate da nessuna antitesi.

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La fermezza delle proprie idee, però, da sola non basta. Lo spirito non può dimorare in qualcosa che non sia all’altezza delle proprie idee: esso deve appartenere ad un tempio che solo noi, con la nostra forza di volontà, possiamo costruire. Il corpo non solo deve essere allenato a sua volta, ma anzi dovrebbe essere valorizzato di più per le sue fondamentali funzioni. Avere un corpo sano non si limita ad una questione di aspettativa di vita: è il rispetto di noi stessi e l’incessante costruzione del mezzo che permette di esprimere il nostro pensiero. In sostanza, occorre edificare un tempio marmoreo, stabile e duraturo, che deve essere in grado di custodire la sacralità delle nostre idee. Un cammino irto di fatiche, al quale non è concesso abbassare la testa; una continua sfida per oltrepassare i nostri limiti e superare noi stessi, perché il corpo può essere idealizzato ad un livello molto più alto dello spirito.

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Questo è un insegnamento che possiamo trarre dalla lettura di “Sole e acciaio” di Yukio Mishima, nel quale le figure del sole e dell’acciaio giocano i ruoli chiave per poter armare pure corpo assieme all’anima. Nel testo, egli fa un paragone molto distinto per delineare la relazione tra corpo e spirito, così dicendo: “presupponendo che il mio Io fosse una dimora, il mio corpo era l’orto che la circondava”. Il corpo è quindi qualcosa da coltivare, qualcosa che richieda vigore e fatica, come un orto che può essere lasciato in preda alle erbacce o coltivato con perizia.

Un altro passo da citare è sicuramente quello in cui avviene la presa di coscienza sul corpo, con la maturazione della necessaria attenzione che dobbiamo rivolgergli dopo questa rivelazione:

“Un giorno decisi di incominciare a coltivare alacremente il mio orto. Usai sole e acciaio. I raggi implacabili del sole, uniti all’acciaio della zappa furono i due elementi principali della mia coltivazione. Così mentre gli alberi fruttificavano, il pensiero del corpo giunse ad occupare gran parte delle mie meditazioni. Naturalmente un fatto simile non è realizzabile nello spazio di un giorno; e neppure ha inizio senza qualche motivo profondo”.

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Tutto ciò, quindi, ci appare come un processo costante che ha inizio con la scoperta del sole, ma che continua a stabilire la stretta connessione tra mente e corpo. Non a caso, prima parlavamo di armare il nostro corpo. Non dobbiamo dimenticare che esso non funge solo da tramite per esprimerci o come orto del nostro spirito: esso – infatti – è anche la nostra unica arma per difendere le nostre idee quando vengono minacciate. Più volte, nella vita, ci ritroveremo a dover difendere con la forza ciò in cui crediamo: è nostro compito farci trovare sempre pronti.

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