La Contea: #percorsimilitanti incontra la Padova identitaria

Nov 10, 2023

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Va avanti, sulle colonne di identitario.org, la rubrica #percorsimilitanti, che passa in rassegna gli avamposti liberi, le esperienze comunitarie e le realtà organizzate che ancora – nonostante l’apatia montante e il diffuso fatalismo – edificano percorsi di lotta e vivono un’Idea. Oggi incontriamo La Contea, Comunità militante che opera a Padova da un decennio…

Ma che destino è domani?” Canta così una vecchia canzone, lasciando intravedere lo scopo di ogni cammino: una meta, un obiettivo. Un destino, per l’appunto. Tuttavia, avere un destino è un lusso concesso a pochi, e – segnatamente – a chi ha una storia, e con certezza incrollabile sa da dove viene. Avere una meta, un destino (immancabile, ça va sans dire) è il caso de La Contea, proprio perché a muoverla non vi è un vento senza fine e senza inizio, ma radici che affondano in una storia ben delineata, e che – ne siamo sicuri – è appena agli inizi.

Come nasce la Contea?

Tutto risale all’ottobre del 2012. Esauritasi Azione Giovani a livello nazionale, il gruppo padovano era rimasto unito per un altro anno in Giovane Italia, fino all’esordio dell’esperimento pseudo-liberale di Futuro e Libertà per l’Italia. Al contempo, anche il Popolo della Libertà perdeva senso politico, finendo per il 2011 ad essere un mero contenitore privo di sbocco. Fu così che – nella seconda metà del 2012 – alcune comunità padane procedettero di mutuo accordo alla realizzazione – o, meglio, alla formalizzazione – di vere e proprie “scialuppe di salvataggio”: tra di esse, La Contea a Padova. L’8 ottobre 2012 vennero scelti il nome, il simbolo e il manifesto della nostra Comunità, che, nato ormai Fratelli d’Italia, si apprestava ad affrontare il momento più difficile del proprio percorso. Si trattava infatti – nientemeno – di costruire e radunare una nuova realtà in vista di un nuovo inizio. Furono anni di profonde incertezze, di abbandoni e – purtroppo – di false partenze. Nel 2018 tentammo l’azzardo e – di ritorno da Agoghé – inaugurammo la sede fisica, che, per la prima volta dal 2008, ci consegnava una base operativa. Da allora, la nostra attività è maturata con il maturare dei militanti, passando da gruppo embrionale a comunità articolata su tutta la gioventù – e anche oltre.

Una sede fisica, concreta, utilizzabile: quale propulsione ha impresso l’apertura di un “posto nel mondo” al ritmo della vostra militanza?

Una spinta incomparabile, senza dubbio. L’esistenza della sede ci ha consentito un aumento delle capacità operative e – non secondariamente – la possibilità di costruire – è giusto sottolinearlo – un luogo dell’animo abbastanza impervio da facilitare la separazione del ragazzo qualunque da chi decide di compiere quel passo in più.

Quali aspetti ritenete essere le vostre coordinate fondamentali?

La nostra militanza si dipana su tre filoni principali: Comunità, Pensiero e Azione. La Comunità – innanzitutto – è intesa non come un obiettivo, ma come una pratica esperienziale concreta, entro la quale coagulare legami umani di amicizia all’ombra e in nome del servizio al “Terzo Elemento”. A regolarla, dieci “nomoi” (νόμοι), da non intendersi come prescrizioni, bensì come elementi costitutivi della vita militante. Il Pensiero – dal canto suo – si estrinseca nel nostro blog. Ogni militante ha il preciso dovere di “mettersi a pensare” e di esplicitare il suo pensiero, per quanto apparentemente dissonante possa sembrare. Infine, l’Azione, volta a due scopi. Il primo, il più evidente ma anche il più banale, è la vittoria politica. La realizzazione dei nostri propositi, l’applicazione concreta della nostra visione del mondo – dalla scuola all’università, sino alla dimensione partitico-amministrativa – è certamente qualcosa di importante, degno di ogni stilla del nostro sudore. Tramite la vittoria politica, tramite l’affermazione esterna, noi cerchiamo però di replicare e attuare il proposito di Dumitru Leontieş: “Combatteremo le fiere dentro di noi”. È quindi necessario distinguere con assoluta chiarezza dove sia l’azione politica, e dove l’azione invece assuma un carattere, letteralmente, sacrale.

Da dove ha origine l’esigenza dell’elaborazione militante? E ha ancora un significato concreto?

L’interesse per l’elaborazione militante (qualsiasi espressione creativa dell’animo umano fatta sbocciare con amore e partecipazione spirituale da parte di chi vi si dedica), declinata attraverso lo strumento del blog, nasce dalla stessa fase di formazione dei militanti che hanno fondato La Contea. I primi anni Duemila rappresentarono il momento in cui la disponibilità degli strumenti tecnologici incontrarono l’esigenza ancora sentita di approfondire – spontaneamente ma rigorosamente – numerose, variegate questioni. Al giorno d’oggi, giunti ormai al 2023, proprio trovarsi a vivere un’attualità in cui tale spinta politico-militante pare essersi spenta nella ripetizione di vani slogan ci pone più che mai dinanzi due esigenze fondamentali, due strade da perseguire al contempo: un compito politico, consistente nel presentare tesi politiche disinteressate, e un compito pedagogico, corrispondente a una vera e propria educazione al pensiero autonomo, informato a una visione del mondo ma libero da preconcetti esiziali. Da ciò – dunque – il blog, insieme via, forma e strumento.

 

 

 

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