Kalokagathia, la concezione greca dell’Estetica

Feb 27, 2024

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La Kalokagathia si fondava sulla concezione classica dei greci, secondo la quale ciò che è bello è buono e ciò che è buono è anche bello.
Per Platone, la Kalokagathia è un ideale aristocratico:
“Chi si dedica alla ricerca scientifica o a qualche altra intensa attività intellettuale, bisogna che anche al corpo dia il suo movimento, praticando la ginnastica, mentre chi si dedica con cura a plasmare il corpo, bisogna che fornisca in compenso all’anima i suoi movimenti, ricorrendo alla musica e a tutto ciò che riguarda la filosofia, se vuole essere definito, giustamente e a buon diritto, sia bello sia buono.”
Kalokagathia Archivi - Sicilian Post
Per i greci – dunque – non si poteva essere buoni senza esseri armoniosi e forti. La società del tempo, del resto, era perennemente in guerra: le varie polis si scontravano l’una con l’altra e contro gli imperi che – dall’esterno – cercavano di dominare la penisola. Essere un buon soldato ed un buon atleta, temprato nell’animo e nello spirito, era necessario per difendere la Patria dai nemici che costantemente cercavano di conquistarla. Essere armoniosi significava – allora – sfiorare la bellezza divina e superare le proprie umane imperfezioni. Essere forti, in tal senso, significava poter agire secondo la propria volontà. Giacchè un uomo debole, non armonioso e senza forza, può decantare d’essere buono in tempi di adagio, ma nei tempi avversi non ha scuse…
La kalokagathia
Un uomo privo di forza, che non ha mai fatto a pugni nella sua vita, che non ha mai sperimentato il dolore degli esercizi fisici, che non ha mai controllato lo stress in un ambiente sportivo e che non sa quanta forza possiede e fino a quali limiti può spingersi, può dirsi ancora buono di fronte alle avversità e alle tentazioni? I greci avrebbero risposto negativamente. In realtà, la concezione classica greca ha superato la prova dei tempi ed è arrivata fino ai giorni nostri, nonostante i tentativi della società contemporanea di troncare la tradizione e di esaltare l’imperfezione. Ma innalzare l’imperfezione è glorificare la bestialità, la pigrizia, la malattia, il vizio; è glorificare tutto ciò che è bestiale e caduco dell’essere umano.
Il concetto di Kalokagathìa | Libero Emisfero
Essere buoni non deve escludere l’essere belli ed armoniosi, e l’essere armoniosi e forti non deve escludere l’essere buoni. Ma mentre è possibile essere forti senza essere buoni, di certo non è possibile essere buoni senza essere forti. Tutta la mitologia e la narrativa – persino quella cavalleresca medievale – insegna che l’uomo buono è anche quello forte, quello che s’immola per difendere i più deboli, quello che non commette crimini e che usa la sua forza al servizio del prossimo. Colui che può scegliere di essere buono. C’è differenza tra l’essere buono perché la società è gli eventi lo permettano e l’essere buono per scelta, nonostante le difficoltà. Le parole, in assenza della spada, rimangono solo parole. Per padroneggiare la spada ci vuole armonia, grazia e forza. Forza nello spirito e nel corpo.