Tra la città universitaria de “La Sapienza” e la stazione Termini, in prossimità della Biblioteca Nazionale e di alcuni licei romani, vive e pulsa l’esperienza di “S29 – Laboratorio militante”. Sin dal 1971, infatti, la sezione di Via Sommacampagna 29 ha saputo farsi centro di elaborazione di contenuti politici e sociali, e nido, centro, baluardo di una Comunità quanto mai prospera.
L’epopea libera e vitale di Sommacampagna: una gioia incendiaria, con radici salde e profondissime…
Certamente, e ne siamo orgogliosi. Proprio in questo spazio, nella calda estate romana del 1976, su iniziativa di Teodoro Buontempo nasceva l’esperienza di “Radio Alternativa”, «un’iniziativa autofinanziata e “artigianale” ma che diede la possibilità ai giovani militanti dell’allora Fronte della gioventù di diffondere idee e temi che contribuirono a svecchiare il lessico antico della “vecchia destra”». Sempre qui, in un palazzo nel cuore della Capitale d’Italia, dalla metà degli anni Ottanta si elaboravano i progetti di “Fare Verde”, fondata il 17 febbraio 1987 a Colle Oppio da Paolo Colli, con l’idea di dar le linee di un’altra ecologia, svincolata finalmente da dogmi ambientalisti e ideologismi d’ogni sorta. Le generazioni che negli anni si sono susseguite hanno contribuito a edificare l’apparato umano e ideale che ancora vive la sezione, aperta nel cuore di Castro Pretorio. Questo, perciò, ora e sempre il nostro primo dovere: custodire il risultato di tanti sacrifici e di tanto lavoro, sostenuti dal privilegio di poter attingere dall’esperienza altrui quello spirito rivoluzionario che concretizziamo e attualizziamo nelle battaglie che costantemente ci vedono impegnati.
Una lunga storia che si sublima nell’azione, dunque: quale fra i molti aspetti della visione che ci è propria considerate particolarmente identificativo dello Stile che vi siete dati?
Beh, senz’altro la formazione culturale del militante. Possedere una coscienza identitaria e una padronanza organica degli insegnamenti che ci giungono dal passato è un elemento cruciale, base della capacità di potersi validamente interfacciare con il mondo di oggi, quel mondo che davvero proviamo, con le nostre azioni, a cambiare. Crediamo che senza la conoscenza e l’acquisizione più profonda di un esempio o di uno stile di vita sia difficile incidere nelle scuole, nelle strade, nelle università, o anche – più in generale – nella società in cui conduciamo le nostre vite. I nostri militanti, entrando in contatto con un glorioso passato, cercano il più possibile di farlo proprio, assorbendone gli insegnamenti per agire di conseguenza. Pensiero e azione non è solo un bel motto che ci piace ripetere, ma – appunto – uno Stile, modo di vita verso cui, quotidianamente, vogliamo tendere.
“Una gioventù con buone gambe, e tanta voglia di camminare”, direbbe Berto Ricci. Cosa significa iniziare un cammino nella vostra Comunità?
Senz’altro, significa intraprendere un’esperienza onnicomprensiva e totale, una pratica giornaliera. Crediamo che non si faccia politica solo organizzando le attività in sezione, per strada conducendo un’affissione o davanti ad una scuola distribuendo volantini. Il militante è tale in ogni suo attimo. Lo è nel rapporto con la famiglia e con gli amici, lo è nel rispetto che riserva all’ambiente e al bene comune, quando tende la mano a chi è in difficoltà, quando consegue una vittoria insieme ai suoi fratelli. Nostro scopo più nobile e raffinato è portare il modello e i rapporti che compongono lo schema della nostra Comunità all’interno della società stessa, liquida, amorfa, disgregata, e attraversata da un individualismo tanto ossessivo quanto dannoso.
Alla luce di tutto questo, come vedete il vostro futuro? Cosa scorgete nel vostro domani, in senso ideale, umano e politico?
In un’epoca in cui, vuoi le leggi di mercato, vuoi l’estasi della distruzione, si tende a mettere sempre di più in sordina questo concetto così alto e perfetto, noi ribadiamo l’essenza della Comunità nazionale, e continueremo a farlo ogniqualvolta i nostri avversari mortificheranno il bagaglio storico, spirituale e culturale che ad ogni italiano appartiene. Ecco, quindi, il nostro dovere: custodire il millenario patrimonio che ci è stato tramandato. La nostra voce si farà sempre sentire laddove qualcuno volesse tentare la maldestra operazione di ammainare il Tricolore e rimpiazzarlo con i propri stracci. Saremo d’ostacolo a quanti s’azzarderanno a introdurre nelle nostre scuole strampalate e bizzarre ideologie partorite nella terra dei vizi. Il battito del nostro cuore e le vibrazioni del nostro canto suoneranno più forte, coprendo gli strilli di chi nega le sofferenze patite dal nostro popolo in Istria e Dalmazia. In una parola, la nostra vita, le nostre gioie e i nostri traguardi sono al servizio di ciò che ci trascende e ci fa sentire uniti: l’Italia, sola ed eterna.