Il domani che ci appartiene: intervista alla Comunità militante Riconquista

Feb 8, 2024

Tempo di lettura: 3 min.

Sotto l’auspicio della runa Tiwaz che adorna il suo stendardo, un bastione libero e fiero riunisce militanti di ogni età in quel di Vicenza, uniti dalla fedeltà a un’Idea e dal coraggio di sognare ancora, nonostante tutto. Un nome estremamente significativo per chi ha fatto della lotta contro il fatalismo la propria raison d’être: Riconquista.        

Una Comunità longeva, una storia lunghissima, veterani e nuovi arrivi illuminati dalla medesima fiaccola. Come far fruttare un simile patrimonio umano e politico?   

Riconquista è una Comunità, una Comunità che trasmette ininterrottamente il proprio testimone – di esperienza in esperienza – sin dal 1993, quando ancora i nostri “veci” erano nel Fronte della Gioventù. Attraversando le varie fasi di tutta la parabola della “destra” sociale e del mondo non conforme, è naturale che le quattro generazioni militanti che arricchiscono i nostri ranghi siano molto diverse fra loro, ma ciò che non è mai cambiato in questi decenni è l’approccio. Siamo qui per fare politica, vogliamo incidere nel nostro tempo e nella nostra città; non accettiamo ghetti, specie se autoimposti, né tantomeno sopportiamo chi, nascondendosi dietro il “buon senso”, è sempre pronto a cambiare idea e a piegarsi ai diktat esterni. Esserci e lottare: questa, ora e sempre, è e sarà la nostra vita. 

Una tale persistenza politica non avrebbe potuto radicarsi senza una coerenza militante altrettanto ferrea. In che modo, dunque, si declina la vostra azione?     

Noi siamo, e ci definiamo, identitari, ma con una forte impronta sociale, ragion per cui, nella nostra militanza quotidiana, abbiamo sempre mantenuto la difesa degli italiani in difficoltà al centro della nostra cura. Per esempio, ogni mese realizziamo una raccolta alimentare per 50 famiglie bisognose della città, e nel tempo ci siamo occupati anche di emergenza abitativa e di case popolari, lottando per l’introduzione di una preferenza nazionale per le graduatorie di assegnazione. L’attivismo sociale, com’è ovvio che sia, non è però tutto, e a ciò si affianca la formazione, coadiuvata dalla piccola libreria di testi non conformi di varie case editrici d’Area situata nella nostra sede. Insomma, si potrebbe dire che facciamo nostra la tradizione e lo spirito autentico del nazionalismo italiano, da Mazzini a Gentile: “Pensiero e Azione”, un motto da seguire e mettere in pratica ogni giorno!

Sole e Acciaio, binomio inscindibile alla base della nostra visione del mondo. Che ruolo gioca l’attività fisica nella vita della vostra Comunità? 

Lo sport, nella militanza politica identitaria, riveste notoriamente una doppia funzione. Innanzitutto, come risvolto pratico, tiene in forma e addestra il corpo. Poi, tendenzialmente, allontana chi cerca soltanto uno sfogatoio per le proprie insicurezze. Perciò, il nostro calendario è sempre stato costellato di allenamenti comunitari, sessioni di sparring e tante uscite all’aria aperta, principalmente in montagna. Specialmente per quest’ultimo aspetto, non parliamo di alpinismo, ma privilegiamo le escursioni, in particolare sui luoghi della Grande Guerra, numerosissimi nel nostro territorio. In tal modo, procediamo a intessere un legame vivo con la nostra terra e i caduti per la Patria, addentrandoci nei suoi lunghi sentieri alla maniera legionaria.

In conclusione, un punto sulla vostra attività musicale. Già abbiamo parlato del progetto Quen Reborn: vorreste dirci di più sul modo in cui le note non conformi hanno segnato la storia di Riconquista?   

L’aspetto musicale, e quindi sottoculturale, è preminente nel nostro approccio. Non si vive di soli massimi sistemi, e un gruppo di giovani ha necessità di esprimersi e identificare la propria appartenenza anche attraverso la produzione artistica, oltre che più semplicemente di divertirsi. Ecco, dunque, i due progetti musicali interni alla nostra Comunità. Il primo e più datato è la Decima Balder del Fante, militante “anziano” che ha girato l’intero Stivale con la sua musica e i suoi testi, legati ai grandi esempi che muovono la nostra militia quotidiana. Più recente invece è – appunto – Quen Reborn, nato come idea solista e poi allargato a includere altri nostri militanti. Con le sue sonorità accattivanti e le sue rime fresche che alternano vita di strada a riferimenti ideali, Quen Reborn si presenta indiscutibilmente come una delle novità più interessanti della musica d’Area degli ultimi anni. Entrambe le band, sebbene ognuna con un proprio stile, traducono in musica l’attitudine e la goliardia che ci contraddistinguono e ci rendono orgogliosi, nel solco di altri gruppi vicentini che hanno lasciato un contributo fondamentale a questo ambiente, come gli indimenticabili Peggior Amico e Armco.