Il lupo, simbolo del Ribelle

Dic 4, 2023

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I simboli hanno un potere magico: collegano il piano umano a quello divino e per questo esercitano un’attrazione sottile. Vivono nell’inconscio individuale, riflesso di quello collettivo: l’anima mundi, per mezzo della quale si manifestano nei sogni e nelle intuizioni.

Il lupo, simbolo caro ai Ribelli, evoca qualcosa di antico ma ancora vivo in loro: il senso di libertà e di indipendenza di questa nobile creatura del bosco. Un animale di branco, quindi comunitario, capace di cacciare in solitudine, coraggioso e violento, generoso con i propri simili e spietato predatore con gli avversari naturali.

In lui, il Ribelle si rispecchia: un escluso per la cattiva fama immeritata, legato al suo gruppo come il lupo al branco, fedele solo ai suoi sodali e alla sua visone del mondo, come il predatore al bosco.

Il lupo – non a caso – è il simbolo di molte confraternite guerriere indoeuropee dai tempi più remoti. Nel De origine et situ Germanorum, meglio conosciuto come Germania, Tacito cita gli ulfedhanar, uomini lupo che – inquadrati nel comitatus – si legavano al capo con un giuramento di fedeltà. Posseduti dal furor, stato alterato di coscienza di natura sciamanica, combattevano con furia selvaggia, anche se colpiti dal nemico. Questo stato di possessione, nel mito, diviene la trasfigurazione del guerriero in lupo, invincibile in battaglia e dai caratteri morfologici animali.

Guerrieri sacri invasi dallo spirito di Odino, di cui assorbivano la forza magica Ond, sono citati nel poema epico norreno dell’Edda, che li descrive come fiere sanguinarie, nudi e dipinti di colori rituali. Nella scrittura segreta e divinatoria delle Rune, Wolfsangel – simbolo di solidarietà e libertà – è rappresentata dal dente di lupo.

Come tutti i simboli tradizionali, anche il lupo ha una doppia polarità positiva e negativa: è un animale psicopompo, conduttore di anime nell’aldilà – come Cerbero – ma anche iniziatore di nuovi cicli cosmici.

La lupa nutrice di Romolo e Remo, ma anche il lupo Fenrir della mitologia norrena e germanica, assunto dagli Asi  nel walhalla, figlio di Loki e della gigantessa Angerboda.

Figlio del dio dell’inganno e distruttore dell’ordine cosmico, il lupo Fenrir è simbolo delle forze oscure che dissolveranno il mondo. La nostra è l’età del lupo, l’età del ferro dei miti greci e il kaliyuga di quelli induisti, perché il lupo è il vorace predatore che divora il cosmo. Rappresenta le forze elementari allo stato primigenio, immagine archetipica dell’Anima, l’inconscio, il luogo delle pulsioni e degli istinti.

È il puer archetipo della trasformazione della psicologia analitica junghiana, assetato di indipendenza e libertà, ma eternamente immaturo e narciso. 

Tenebra e luce al tempo stesso, animale sacro a Marte dio della violenza marziale e ad Apollo dio della luce e della conoscenza iniziatica. Zeus, padre degli dei e signore dell’Olimpo è definito lukyos ovvero a forma di lupo e Apollo lucogenes generato dal lupo. Il greco lukos – il lupo – deriva dalla stessa radice di lyké – la luce – animale divino portatore di illuminazione e caduta. L’iniziato alla Grande Opera deve trasformare la forza bruta di Marte nell’illuminazione apollinea e così rettificare il comportamento, l’occulta pietra, squadrandola alla perfezione.

Il lupo rappresenta l’Opera al Nero o Nigredo, primo stadio della Filosofia Perenne, l’alchimia, equivalente alla moderna immersione psicoanalitica nei bui meandri dell’inconscio: fase catartica indispensabile per l’evoluzione spirituale ed essenziale per incatenare la forza selvaggia del lupo, canalizzandola in energia per operazioni magiche. Questa forza primordiale è neutra: è l’operatore che ne determina la polarità, ma se non è dominata divora chi la evoca.

L’antinomia suprema del simbolo del lupo è nel rappresentare la natura umana nelle sue due declinazioni: divina e animale, costruttore e  distruttore, eroe e demone. 

Il Ribelle si identifica nell’animale nobile e ferino, estraneo al gregge e fedele al branco, spirito libero tornato al bosco. Il lupo è uno degli animali più perseguitati nella Storia: simbolo del Male per il Cristianesimo, è stato sterminato fin quasi all’estinzione. L’uomo moderno, vittima del senso di colpa instillato da credenze esotiche, ha eliminato il lupo che rappresenta l’Ombra, il deposito psichico dell’impresentabile e dell’inammissibile, tutto ciò di cui ci si vergogna e si teme.

Invece l’Ombra va integrata, quindi compresa, letteralmente presa con sé, accettando la violenza, l’astuzia e la fame ancestrale del lupo. Se queste forze non vengono fatte proprie, esploderanno, travolgendo colui che le reprime.

Quest’energia divina s’incarna nella volontà del Ribelle, nella sua lotta per la libertà, per il ritorno all’età dell’oro con la restaurazione dell’ordine cosmico. Energia per il lavoro alchemico, dall’immersione negli inferi dell’Anima fino alla Luce dello Spirito, grande Guerra Santa dell’iniziato che deve precedere la lotta politica, perché se non si fa ordine interiore sarà difficile farlo nel mondo.

Oggi l’istinto animale presente nell’inconscio è soffocato, creando  la società più violenta e fraudolenta della Storia. Tornare ad essere lupi, come ricorda Ernst Jünger, porterà scompiglio nel gregge delle pecore e sarà la fine per i padroni del Sistema.  “In bocca al lupo”, augurio potente, perché nelle sue fauci la lupa protegge perfettamente i suoi cuccioli.