Vent’anni di attività e centinaia di proiezioni, spaziando fra i generi, gli autori, le fasi e le correnti artistiche, sempre all’insegna di una ben precisa visione del mondo: questo – in poche parole – il progetto CineCrew, saldamente inserito nella poliedrica rete di attività che anima la vita culturale di Casaggì Firenze. Un progetto ben lungi dall’esaurirsi, mantenendosi stagione dopo stagione al servizio della formazione identitaria di militanti di ogni età.
Come nasce il progetto CineCrew?
A voler essere sinceri, il cineforum di Casaggì è maturato di pari passo con l’esistenza stessa della nostra Comunità. Proiezioni cinematografiche presso i nostri locali hanno accompagnato un po’ tutta la nostra vita, nelle più diverse formulazioni. Storie di eroi, di popoli in lotta, di mondi futuri, di sogni e leggende: non ci siamo fatti mancare nulla, e a titolo di esempio potremmo menzionare riuscitissime rassegne da noi organizzate sul cinema di guerra, sulle distopie, sulla vita carceraria. Recentemente, però, abbiamo ritenuto opportuno imprimere a un progetto così longevo e per noi tanto caro un cambio di passo.
Un cambio di passo? Di cosa si tratta?
Come già sottolineato nell’introduzione, le molteplici nostre attività non rimangono mai fini a sé stesse, dedicate a un piacevole quanto vano intrattenimento. Non sarebbe nella nostra natura. Piuttosto, ognuna di esse trova la sua collocazione organica e armonica nella vita comunitaria. In ciò, il CineCrew non fa eccezione. Pertanto, per ottimizzarne al meglio le potenzialità, abbiamo deciso di riconfigurarlo sotto la supervisione di un nostro militante, critico cinematografico professionista. Dall’autunno 2020, il cineforum di Casaggì non è più caratterizzato da singole proiezioni e rassegne saltuarie e discontinue, ma si dipana da settembre a giugno articolandosi in un programma coerente, attento alla qualità artistica delle opere proposte, con un film al mese (ogni ultimo mercoledì del mese) preceduto da un’apposita presentazione. Siamo partiti in sordina in un periodo difficile per tutti, ma da quell’esordio il progetto CineCrew non si è più fermato.
È davvero ancora possibile utilizzare il cinema a scopo identitario? Il conformismo rampante dello show-biz ha lasciato ancora qualcosa da raccogliere?
Assolutamente sì. Il cinema è e rimane un potentissimo veicolo immaginifico; non solo, è un’arte totale, capace di riunire in sé le altre forme artistiche e sublimarle. Ignorarne le opportunità sarebbe un peccato di miopia che non possiamo ripetere. Non ci nascondiamo dietro a un dito: sappiamo benissimo quanto il conformismo, il progressismo, la sovversione abbiano profondamente colonizzato il mondo delle arti e dello spettacolo. Tuttavia, la battaglia culturale è – appunto – una battaglia, che – in ogni campo – ci impone di portarci “non là dove ci si difende, ma dove si attacca”. Pertanto, lungi da disfattismi o purismi di retroguardia, cogliamo il bello, l’interessante, il costruttivo là dove si trova, e con lo spirito critico che ci contraddistingue, lo valorizziamo come merita.
Vogliamo brevemente citare qualche vostra proposta?
Certamente. Il film con cui nel 2020 inaugurammo il progetto CineCrew fu “Still Life”, di Jia Zhang-ke, tragico affresco delle mille contraddizioni della Cina odierna premiato a Venezia con il Leone d’Oro. Da allora, abbiamo spaziato negli anni e nelle provenienze, alternando mostri sacri della Settima Arte – da Stone a Herzog, da Loach a Van Sant, a molti altri ancora – a valorosi esordienti, narrazioni critiche a lampi di verticalità, documentari a premiate biografie, con un fil rouge artistico, contenutistico e concettuale a congiungere immancabilmente ogni opera alla successiva. Il CineCrew è un progetto di formazione, e come tale – già l’abbiamo detto – non può non essere organico.
Avete parlato di “collocazione armonica della vita comunitaria”. Come si integra concretamente con le altre attività di Casaggì?
La rassegna a cadenza mensile – ovviamente – non esaurisce l’intera funzione del progetto CineCrew, così come il gustarsi un liquore al nostro bancone non rappresenta soltanto un brindisi in compagnia, ma si riconnette ad un’“arte del buon bere” dalle radici identitarie profondissime. Ad esempio, durante una serata letteraria dedicata a Mishima, abbiamo voluto accompagnare la presentazione libraria alla proiezione di “Patriottismo”, andando a riproporre tutta la forza della sinergia spirituale fra immagine e parola; allo stesso tempo, i vari appuntamenti formativi di Ansuz, dedicati ai più giovani, sono arricchiti da una lista di film (e libri) finalizzati ad agevolare la comprensione di ciò che si è detto o fatto. Molte sono le vie con cui il cinema può servire la giusta causa, e non ci stancheremo di sperimentare. Del resto, come qualcuno ebbe ad affermare, veramente “la cinematografia è l’arma più forte”.