Da Canterbury a Roma: La Via Francigena “Giorno dopo giorno”…

Mar 4, 2024

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Esiste una strada millenaria che attraversa l’Europa da nord a sud: inizia a Canterbury, nel Regno Unito, più precisamente alla maestosa cattedrale gotica intitolata a Thomas Beckett; e termina a Roma, il cuore del mondo antico. E’ una strada solitaria e difficile, la cui fama è oscurata dai cammini che portano a Santiago, è una marcia molto lenta e tortuosa che porta a percorrere sentieri a volte poco battuti così come strade di città, dal mare all’alta montagna, dagli zero ai 2500 metri. Oltre duemila chilometri di bellezza, storia e tradizioni attirano ogni anno sempre più pellegrini in viaggio verso la Città Eterna accompagnati dalle più svariate motivazioni, chi per isolarsi nella preghiera, chi per sport o per turismo, altri ancora per mettersi alla prova e altri invece per ritrovare se stessi attraverso uno stile di vita spartano come quello del pellegrino. La Via Francigena (o Romea) è un percorso molto antico che ricalca le strade romane costruite prima della caduta dell’Impero, utilizzate anche nel medioevo da mercanti e pellegrini.

Via Francigena, un viaggio nell'anima | Bresciaoggi

Il primo a percorrere la Via come la conosciamo oggi è stato Sigerico, Arcivescovo di Canterbury nominato nel 990 d. C. che nell’aprile dello stesso anno si mise in viaggio verso il Vaticano a dorso di mulo per ritirare personalmente il Pallio, era accompagnato dal suo segretario che per ognuno dei 79 giorni di viaggio annotò le “Submansio” ossia tutte le città e le piccole corti che li videro come ospiti; si diede così vita ad uno dei più antichi diari di viaggio che la storia ricordi, uno dei pochi dell’epoca che è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

Via Francigena: sulle vie romee con le escursioni guidate e gratuite

Il mio viaggio è cominciato circa un anno prima della vera partenza, quando un compagno di università mi parlò della Via Francigena, incuriosito mi sono informato e mi sono appassionato molto velocemente e affascinato dalla storia della Via ho cominciato a chiedermi se sarei mai riuscito in un’impresa del genere, se avrei mai avuto il coraggio di partire e se mai sarei partito per davvero. È iniziato così un lungo e lento periodo di preparazione, in cui mi sono informato nel dettaglio attraverso le guide cartacee e le testimonianze di chi ha vissuto esperienze simili, ho acquistato l’attrezzatura che mi mancava e ho scelto le scarpe adatte, ho risparmiato, ho lavorato e ho studiato programmando di conseguire tutti gli esami mancanti entro la sessione di giugno e finalmente l’11 Luglio 2017 ho preso un aereo diretto a Londra e poi a Canterbury.

01-The Via Francigena in England

Ancora non sapevo a cosa sarei andato incontro, per quanto una persona si possa informare non saprà mai fino in fondo che cosa lo aspetta se si incammina da solo verso una meta, gli imprevisti possono essere molti e le difficoltà ancora di più specialmente se si viaggia all’estero, ma nonostante tutto se si è in grado di adattarsi le soddisfazioni saranno moltissime e ogni disavventura sarà solo una storia in più da raccontare una volta a casa.   Quello a piedi è un tipo di viaggio molto particolare, si è costretti a riconsiderare molti fattori che non sarebbero un problema se si viaggiasse in auto (sembra scontato ma non lo è) come ad esempio le distanze, i tempi di percorrenza e i dislivelli  ma anche l’usura delle scarpe e il peso dello zaino ma più di ogni altra cosa la fatica. E’ molto importante capire quando ci si deve fermare, quando riposarsi e quando nutrirsi, un cammino è utile anche per conoscere se stessi, fisicamente per superare i limiti ma soprattutto mentalmente, camminando si ha moltissimo tempo per pensare a se stessi e alle scelte fatte ma anche al futuro, a quello che è meglio per la propria persona.

La via Francigena in staffetta: da Canterbury al Salento. «È emozione dello  spirito»- Corriere.it

La mia Francigena è stata un cammino tendenzialmente solitario, si incontrano pochissimi pellegrini tra Inghilterra, Francia e Svizzera ma all’ingresso in Italia aumentano mano a mano che ci si avvicina a Roma e i tratti più battuti sono la Valle d’Aosta, la Toscana e il Lazio, specialmente in queste due ultime regioni ho incontrato la maggior parte delle persone, mi osservavano tutti stupiti quando rivelavo il mio punto di partenza e studiavano la mia credenziale con interesse e ammirazione. “Ma allora sei un pellegrino vero!”  “Bon, sei già santo!” sono solo un paio tra tutte le risposte che ho sentito senza contare le molte domande fatte e che ancora gli amici a casa mi fanno, “Qual è stato il momento più bello?”  “E il posto più bello?”  “Hai mai avuto paura o ti sei mai trovato in difficoltà?”  “qual è stato il momento più difficile?”

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Ho visto campagne e montagne, mari e laghi, borghi medievali castelli e fortificazioni, tutti quanti posti da film. Ho scattato più di 1800 fotografie, ho dormito in ostelli, campeggi, rifugi, oratori, abbazie, monasteri, comunità di recupero e alloggi per senzatetto, su materassi di piume, di legno e di terra. Ho visto le colline del Kent, le bianche scogliere di Dover, I vigneti della Champagne-Ardenne, i boschi immensi della Franche-Comtè e le catene montuose della Svizzera. Ho visto Reims Besancon e Langres, ho visto Lausanne e Saint-Maurice, ho Visto Aosta, Siena e Monteriggioni e tante altre belle città. Ho attraversato la ventosissima campagna francese, valicato il Gran san Bernardo e il passo della Cisa.

Ho camminato nella storia sulle orme di mercanti, soldati, re e imperatori percorrendo la Via delle Gallie e l’antica Cassia fino al centro del mondo e poi, con la sola forza delle mie gambe, il 19 settembre sono arrivato al cuore dell’Europa, alla Città Imperiale, la mia bellissima Roma.  Infine le scarpe erano distrutte, la pelle ustionata e le gambe doloranti ma tutto passa in secondo piano dal momento in cui, dal Parco di Monte Mario si vede in lontananza la cupola della basilica di San Pietro, l’unica che sporge oltre la linea d’orizzonte. Ci si  può sentire un po’ confusi davanti ad uno spettacolo simile, avendo terminato un percorso così lungo ed impegnativo con successo si dovrebbe essere entusiasti eppure non è stata quella la mia prima reazione, per quanto potevo essere contento di aver tagliato il traguardo prevaleva una sensazione malinconica semplicemente perché in quel momento tutto era finito.

Dopo aver passato tanto tempo lontano da casa per avventurarmi in giro per l’Europa è stato molto strano anche solo pensare di tornare alla normalità, dopo aver vissuto un esperienza così forte non è stato semplice ambientarsi di nuovo; a più di tre mesi dal mio rientro posso dire con certezza che è stato il momento più difficile.

Il 22 settembre ho preso un pullman notturno arrivando a Brescia in mattinata e poi un treno per Pisogne, era un Venerdi mattina e c’era il mercato settimanale e appena arrivato in stazione sono andato alle bancarelle dove ho incontrato qualche amico e mia madre e mia zia che stavano facendo compere, le ho strette in un forte abbraccio e poi mi sono diretto verso casa, sono entrato e ho posato lo zaino, tolto le scarpe, ho stappato una birra mi sono seduto sul terrazzo a guardare fuori. Ero tornato…stanco e sporco ma felice.

IL LIBRO CHE RACCONTA IL CAMMINO DI RENATO ROMANO:

 

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