Sui grandi quotidiani e sulle emittenti televisive, camerieri del pensiero, imperversano i servizi indignati per la carcerazione di un’attivista antifascista in Ungheria. Il gruppo al quale aderisce, Hammerbande o banda del martello, è stato classificato come gruppo terrorista dalle autorità tedesche, perché responsabile di reiterati atti di violenza e terrorismo. Tra le attività istituzionali degli eroici antifascisti in assenza di fascismo, come dimostrano i fatti, spicca la caccia ai simpatizzanti di gruppi di destra e ai militanti identitari.
Le molteplici aggressioni hanno provocato gravi ferimenti: in quella di Budapest furono colpite nove persone che avevano partecipato pacificamente ad una rievocazione storica. Due delle vittime riportarono lesioni craniche e danni alla vista, dovuti alla furia dei picchiatori scatenata contro soggetti inermi ed isolati. Nei filmati che hanno ripreso l’aggressione ad una persona che cammina tranquillamente, si notano il numero preponderante degli assalitori, le loro armi ed i colpi alle spalle.
Il primo giudizio, vedendo la loro folle ferocia, è di ordine morale: la viltà dell’attacco ad un soggetto solo ed indifeso, disarmato che non manifestava alcun comportamento aggressivo. Il gruppo di terroristi si è avventato da dietro sulla vittima, colpendola ripetutamente ed infierendo nonostante questa fosse a terra senza difesa. Ferito al cranio con spranghe e manganelli, il malcapitato è stato vittima di un tentato omicidio. Dopo la vile aggressione, come loro costume, sono fuggiti a gambe levate felici dell’eroico gesto.
Con questa tecnica terroristica, i finti rivoluzionari protetti dal Sistema insanguinarono l’Italia negli “Anni di Piombo”, facendo strage di militanti di destra. Centinaia di vittime innocenti sacrificate all’odio degli antifascisti, sempre impuniti e spesso giustificati dai media dell’epoca. Un ultimo scorcio della guerra civile che si protrasse per più di un decennio, nella totale indifferenza: una strage silenziosa – o meglio silenziata -sconvolse quel plumbeo periodo.
Oggi, gli ultimi epigoni di sciagurate ideologie condannate dalla Storia continuano a praticare la violenza gratuita come metodo di azione politica. Sempre protetti e coccolati da Autorità permissive e sostenuti da media compiacenti ed asserviti, vengono dipinti come martiri della libertà, quando in realtà sono dei perfetti criminali. Manifestanti violenti che aggrediscono impunemente la Forze dell’Ordine e pianificato attacchi mirati in stile paramilitare, godendo della solidarietà manifesta di vip e giornali patinati. Prepotenti che – nelle scuole e nelle università – impediscono agli avversari politici la libera espressione del pensiero, violenti che nelle manifestazioni di piazza incendiano i negozi, ribaltano le auto e distruggono gli arredi urbani. Attivisti dei Centri Sociali che occupano e devastano proprietà private, vendono alcolici senza licenza, spacciano stupefacenti e non pagano le tasse. Sono gli eroi di una Sinistra morente, priva di ideali, al servizio del grande capitale, che avendo tradito origini ed idee, proietta insane pulsioni represse su questi falsi rivoluzionari.
Rivoltosi da operetta, figli del benessere gratuito che giocano alla rivoluzione senza rischi, pretendono impunità e – se presi in flagranza di reato – si atteggiano a vittime della società che fingono di contestare. Delinquenti da un punto di vista giuridico, ma disturbati da quello clinico: soggetti devianti capaci di spietata violenza contro persone che nemmeno conoscono e non hanno fatto mai loro del male. Affetti da disturbo antisociale di personalità, non hanno sentimenti di empatia verso il prossimo, non vivono emozioni di solidarietà e condivisione, non hanno percezione delle sofferenze e del dolore altrui. Non provano senso di colpa essendo privi di regole morali, disonesti e manipolatori per raggiungere i loro scopi, non rifuggono dalla brutalità e dalla sopraffazione. Giustificano il loro comportamento svalutando le vittime, che sentono essere inferiori, meritevoli di punizione per le loro idee o condizione. Quasi sempre presentano disturbo da uso di sostanze stupefacenti, da piccoli sono iperattivi e soffrono di deficit di attenzione e disturbo della condotta. Figli di genitori instabili nel comportamento e nel tono dell’umore, hanno difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per l’aggressività incontrollata e la difficoltà di concentrazione. Diventano attivisti di professione, facili prede di agitatori e gruppi estremisti violenti, compensano la mancanza di successo sociale con l’illusione di essere rivoluzionari. Irresponsabili, ingannatori, arroganti e presuntuosi, si ritengono portatori di verità politiche ed esistenziali. Scaricano la loro frustrazione sugli avversari vissuti come nemici, mostri da eliminare fisicamente con la violenza perché fanno paura.
I valori, il coraggio e la coerenza dei militanti identitari sono altamente disturbanti per soggetti disadattati che hanno difficoltà di adeguamento alla realtà. Se girano l’Europa per scatenare conflitti ed aggredire presunti nemici, non hanno un lavoro stabile, legami affettivi duraturi e una vita di relazione soddisfacente. Il ritratto perfetto degli spietati aggressori ripresi dalle telecamere di Budapest, che massacrarono senza freni inibitori degli sconosciuti. Nei soggetti borderline come quelli ripresi si evince il disturbo di tipo sadico che spinge ad infliggere sofferenze con azioni brutali e malvagie. Diverso dalla parafilia del sadismo sessuale, ma egualmente pericoloso e distruttivo. La psicopatologia spiega il comportamento criminoso, ma non lo giustifica, i criminali politici sono a tutti gli effetti devianti pericolosi per se stessi e la società. La simpatia e le campagne di sostegno per gli aggressori di Budapest, sono solo l’ennesima manifestazione di malafede della Sinistra, frutto dei sensi colpa dei radical chic che difendono i loro cani da guardia.