Angelina Milazzo, la giovane eroina del SAF che si fece scudo umano

Dic 9, 2023

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“Rendi regale il tuo Onore con l’opera. Non parole, ma fatti essa aspetta. Esaltala col tuo canto, con la tua parola, soprattutto col tuo lavoro, sia pur esso modesto ed oscuro e col tuo amore che deve splendere come viva fiamma”.

 Angelina MilazzoOnore: è questo il valore trasmesso dal terzo punto del decalogo delle Ausiliarie.
Un onore che si dimostra coi fatti, ma soprattutto col lavoro e con l’amore che “deve splendere come viva fiamma“.

Angelina Milazzo, sacrificando la sua vita per mettere in salvo quella di una donna incinta, tramutò queste parole in realtà.
Ma chi era questa giovane eroina? E perché andò incontro ad una fine tanto tragica quanto eroica?

Nata ad Aidone, provincia di Enna, il 18 aprile 1922, Angelina frequentò l’istituto magistrale per ricoprire il ruolo di insegnante di scuola elementare, trasferendosi subito a Bengasi, in Africa Settentrionale Italiana, per coltivare questa sua passione. Quando la situazione precipitò con l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, la giovane insegnante ritornò in Patria dove, nel febbraio 1941, riprese gli studi iscrivendosi alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Catania, entrando allo stesso tempo nei GUF. Nel corso del 1942 continuerà gli stessi studi a Milano, all’Università Bocconi.

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Con la caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943, seguito dalla firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e la successiva costituzione della Repubblica Sociale Italiana, Angelina nel 1944 decise di abbandonare gli studi per arruolarsi come ausiliaria nel neocostituito Servizio Ausiliario Femminile dell’Esercito Nazionale Repubblicano, entrando a far parte della Guardia Nazionale Repubblicana in forza al 619º Comando Provinciale di Vicenza, dopo aver partecipato al 3º Corso Nazionale.

Faccetta nera e italiana: Milazzo Angelina, 22 anni, Ausiliaria R.S.I. ,  medaglia d'oro al v.m. morta per salvare una donna incinta

Sarà proprio la nuova vita da ausiliaria, nel trambusto del conflitto, a portarla a fare un viaggio di servizio su un treno. Era il 21 gennaio 1945 e i cacciabombardieri alleati, una volta avvistato il convoglio, lo attaccarono. Il treno fu immediatamente fermato e i passeggeri abbandonarono le vetture per cercare riparo. Nel caos una viaggiatrice, in stato di gravidanza, era caduta a terra: una scena che portò Angelina a prestare subito soccorso alla giovane, facendole da scudo con la propria persona. Lì fu colpita a morte da una raffica di mitragliatrice, salvando così la viaggiatrice e il bambino che portava in grembo. Un gesto eroico che portò Piera Gotteschi Fondelli, il comandante di brigata del Servizio Ausiliario Femminile, a proporre al governo della Repubblica Sociale Italiana il conferimento della Medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Un’onorificenza che verrà consegnata durante una cerimonia a Padova.

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Un gesto, il suo, che verrà riprodotto da Achille Beltrame in una copertina della Domenica del Corriere l’11 febbraio 1945, qui sopra riportata.

«Abbandonava gli studi per arruolarsi nel SAF. Durante l’addestramento era d’esempio alle compagne per fede e disciplina. Assegnata al Comando SAF di Vicenza si meritava una citazione all’ordine del giorno per la capacità e lo spirito di iniziativa dimostrati nel portare a termine una difficile impresa. In viaggio di servizio, durante un mitragliamento aereo, sacrificava coscientemente la propria vita per salvare una gestante già ferita. Suggellava con l’offerta suprema la fulgida vita di volontaria. Garbagnate (Milano), 21 gennaio 1945».

 

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