La compagna accademica Di Cesare e il cortocircuito della sinistra terminale

Mar 24, 2024

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Non c’è davvero limite al peggio e alla capacità tutta speciale delle boronesse universitarie – in quota PD – di coprirsi di ridicolo. Se poi questo viene ad opera del proprio oggetto di venerazione, la vergogna è doppia. La Balzerani, la brigatista che amava fare la rivoluzione a colpi di revolverate, ebbe infatti modo di definire “una disgrazia del mondo accademico” Donatella Di Cesare. Per una volta, ci troviamo d’accordo.
Philosophin Donatella Di Cesare über Komplottisten: „Viele fühlen sich ausgenutzt, übergangen und betrogen“
La nostra baronessa comunista – infatti – aveva accusato lo storico israeliano Ilan Pappe di spargere “propaganda subdola” contro Israele. Se non fosse per l’ecatombe in atto contro il popolo palestinese, ci sarebbe solo da ridere. La nostra pasionaria, ospite fissa da Floris, ha anche consigliato a Pappe di ripassare Walter Benjamin, che è come chiedere ad un professore di matematica di ripassare il teorema di Euclide.
Aveva davvero ragione il compianto Costanzo Preve, che riteneva gli intellettuali di oggi più stupidi di un tassista di Torino. A giudicare dalle uscite a cui siamo sottoposti ogni volta che aprono bocca o lanciano un tweet, non possiamo che dargli ragione. Ma come è possibile che una docente universitaria sia capace di tanto, al punto di essere sbeffeggiata persino da una “compagna di rivoluzione”? Se poi ci aggiungiamo anche l’accusa agli studenti di Forza Italia di “squadrismo”, mentre lei esaltava una assassina di professori universitari (Moro, Bachelet, ecc) da una cattedra universitaria, l’arroganza raggiunge l’apice.
Balzerani, lo sconvolgente caso del tweet rimosso da Donatella Di Cesare, ''la tua rivoluzione è stata anche la mia"' - Meta Magazine
Varrà ricordare agli smemorati lettori del Fatto o di Repubblica che, per una commemorazione dei ragazzi ammazzati ad Acca Larenzia da assassini di estrema sinistra, venne montato un casino per attaccare il Governo Meloni. Alla luce delle dichiarazioni shock della Di Cesare, i contorni della vicenda diventano ancor più imbarazzanti per le testate su menzionate. Viviamo in un Paese in cui l’antifascismo è diventata una licenza per sparare qualsiasi coglionata e permettere ad una docente universitaria di fare l’elogio di una brigatista e di chiamare studenti universitari che l’hanno giustamente contestata, “squadristi”.
Per sconfiggere la stupidità, la codineria ed il tweet facile di questi personaggi, bisognerà non temere di infliggere sanzioni disciplinari e non ritenere sufficienti semplici “prese di distanze” da parte del rettorato universitario, valide fino alla successiva provocazione. Applicare il codice disciplinare, e farlo senza remore, anzi con più cavillosità, proprio all’indirizzo di personaggi che parlano dall’alto della loro impunità. Le università italiane pullulano di personalità come la Di Cesare, che scambiano la cattedra per una sede militante, ma senza nemmeno avere il coraggio delle proprie azioni, dato che la nostra comunista filo-Sharon ha anche cancellato il tweet che l’ha incriminata. Baroni e baronesse universitarie sono i mandanti ideologici di tutti quei coglioncelli universitari che scendono in strada a farsi manganellare in nome di un antifascismo fantasioso e da operetta, instillato da docenti che hanno il culo al caldo e che si beano delle loro rendite di posizione.
La rivoluzione, non quella quella farlocca, fatta a colpi di tweet (cancellati), parte proprie dalle università e dal sistema educativo in generale. Speriamo che questo governo qualcosa di buono la faccia, proprio partendo dal sistema universitario: perché i comportamenti delle Di Cesare di turno, oggi più che mai, hanno davvero stancato e non possono più restare impuniti.

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