Donne, svegliatevi! Il libro per un 8 marzo “politicamente scorretto”

Mar 8, 2024

Tempo di lettura: 4 min.

Qualche settimana fa, per i tipi di Passaggio al Bosco, è uscito un testo che sta facendo discutere. Si tratta di “Donne, svegliatevi”, agile saggio tradotto dal francese e scritto oltralpe da Anne Trewby e Iseul Turan.  Di seguito, ne riportiamo la quarta di copertina e l’introduzione, per avviare il lettore ad una lettura imprescindibile…

Sottomesse alla tecnologia, alla disponibilità totale e ai ritmi frenetici, le donne del terzo millennio vivono una “liberazione” immaginaria, frutto di una propaganda femminista che – nella realtà dei fatti – ha imposto nuove costrizioni. L’attuale “guerra dei sessi” – alimentata ad arte da un progressismo woke imbevuto di livore e votato alla fluidità individualista – ha scacciato il marito dal nucleo familiare, destrutturando l’ordinamento comunitario e la naturale complementarietà della “cellula fondamentale della società”.

In un’epoca in cui il progresso si degrada, il controllo sociale si diffonde e le libertà civili diminuiscono, cosa significa veramente essere liberi? Due secoli dopo l’appello di Olympe de Gouges, Anne Trewby e Iseul Turan raccolgono le teorie del femminismo e suggeriscono una via d’uscita dalla modernità e dalla “tirannia dei diritti”. Un appello libero, sincero e controcorrente, che smaschera i limiti della narrazione dominante e parla al cuore di ogni donna.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Anne Trewby Iseul Turan DONNE, SVEGLIATEVI! Per farla finita con le menzogne femministe Prefazione di Simone Pillon PASSAGGIO 雪 DONNE,SVEGLIATEVI! DONNE, SVEGLIATEVI! DONNE SVEGLIATEVI!"

INTRODUZIONE AL TESTO:

Il femminicidio, il carico mentale, l’8 marzo, il 25 novembre, Olympe de Gouges e Emma Watson… Il femminismo non è solo una corrente di pensiero, è diventato una cultura a tutti gli effetti, con le sue ricorrenze, il suo vocabolario, le sue icone. Sempre più presente nei contenuti destinati al «grande pubblico», alimenta il nostro bagaglio culturale comune, diffondendo i propri codici e influenzando, in tal modo, l’azione e le decisioni politiche. Ecco perché è importante capire la posta in gioco dietro a questo immaginario.

Al di là delle apparenti contraddizioni tra le diverse correnti femministe e le loro protagoniste, queste ultime condividono un obiettivo comune, quello dell’avvento di un uomo – una donna – nuovo, un uomo che si presume totalmente libero. Alla base della cultura femminista contemporanea c’è l’epopea della liberazione delle donne. Questo mito fondatore ha preso la forma di una narrazione storica, ripresa e condivisa dalla maggior parte dei nostri contemporanei, quando invece si tratta di una favola la cui morale, però, orienta tutti i dibattiti di oggi attorno alle questioni femminili, e altro ancora. Per le militanti e le sostenitrici del femminismo, le donne sono state liberate, nel secolo scorso, da un’oppressione plurisecolare che le destinava, fino ad allora, ad un ruolo eternamente marginale. Questa liberazione, comunque, è ben lungi dall’essere completa in quanto il patriarcato oppressore ha contaminato anche il nostro immaginario e i nostri modi di pensare. Per averne ragione, quindi, la lotta deve proseguire. I critici del femminismo, lungi dal decostruire i meccanismi di questa narrazione, vi aderiscono implicitamente, quando accettano che il dibattito verta sulla questione della libertà delle donne. L’esempio tipico di questa logica è l’opinione comune secondo cui le prime sedicenti conquiste del femminismo sarebbero accettabili, ma le attiviste venute successivamente avrebbero sviato il movimento, facendo comunella con correnti di pensiero quali il marxismo, e quindi, in poche parole, radicalizzandosi. Il femminismo sarebbe divenuto in qualche modo obsoleto, quando le sue rivendicazioni politiche hanno superato la tenue asticella del bon ton.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Anne Trewby Iseul Turan DONNE. SVEGLIATEVI! Per Perfarla finita menzogne femministe con Prefazionedi Simone Pillon Un provocatorio pamphlet sulla pseudo- -liberazione delle donne nell'era moderna, che evidenzia come "progresso" ritmi frenetici abbiano introdotto nuove costrizioni nella vita quotidiana femminile. Una riflessione sulla vera natura della libertà nell 'attuale contesto sociale. PASSASCIO NOVITÀ IN LIBRERIA W"

Questa idea che le donne siano state progressivamente liberate, nel corso della storia, dai passi avanti del femminismo, è diventata un assioma chiave dell’immaginario politico contemporaneo che va ampiamente oltre il mero ambito femminista. È un presupposto, considerato oggi come una verità consolidata perché corrisponde ad un immaginario più globale che la attraversa, la supera e la alimenta. Questo immaginario vede nell’uomo un animale razionale, un buon selvaggio che, decidendo di «associarsi» coi suoi amichetti, sarebbe improvvisamente uscito dall’oscurità nella quale lo costringevano la natura e le sue leggi. La modernità e il progresso gli avrebbero finalmente permesso di diventare un cittadino, questo essere compiuto che fa sistematicamente prevalere la ragione sull’istinto. In breve, presuppone una visione progressista della Storia secondo cui l’umanità di oggi sarebbe migliore di quella di ieri. Postula anche che la libertà sia un bene supremo che è possibile misurare, quantificare e cumulare, tenendola ben in caldo in una sorta di forziere del tesoro. L’ipotesi di lavoro centrale del femminismo, che alimenta ormai la nostra visione della politica, è questa libertà delle donne, migliore oggi di quanto non lo fosse ieri perché più grande, e che ha vocazione a crescere ancora domani.

Castrazione chimica di massa, congelamento degli ovociti, riproduzione assistita per tutti, surrogazione di maternità, violenze coniugali, molestie di strada, crescente insicurezza… Il quotidiano delle donne contemporanee non dà tuttavia l’impressione di un futuro radioso, semmai proprio il contrario. Dilaniate tra vita familiare e frenetica vita professionale, invitate ad essere e rimanere sessualmente appagate, a rifiutare le ingiunzioni plurisecolari che impongono loro di lavare i piatti e di portare i bambini dal medico invece di uscire con le amiche per guardare le partite di calcio, esse hanno ancora molto da fare per diventare donne pienamente soddisfatte. Col passare del tempo, sembra che gli ostacoli ad una reale liberazione delle donne si moltiplichino, come i pani e i pesci sulle rive del lago di Tiberiade. Siamo davvero sulla strada giusta? Le donne sono state «liberate», e in caso affermativo, da cosa esattamente? Soprattutto, quali sono le conseguenze politiche di questa liberazione, o almeno della sua narrazione, sull’insieme della nostra società e sul nostro futuro comune? Tra mito e realtà storica, fatto politico e simbolo, la liberazione delle donne è al centro del nostro immaginario contemporaneo, nel bene e nel male.

PER ACQUISTARE IL LIBRO:

 

 

Autore :