Se non lo vedo, me lo immagino. Per giudicare la serie “M. Il Figlio del secolo” basta un trailer. La serie sky interpretata da Luca Marinelli ha ridotto Mussolini ad una macchietta e il Fascismo ad una caricatura. Dice: ma è ispirata ad un romanzo, non è un documentario storico. Certo, solo che a tutto c’è un limite ed anche una serie esige un minimo di serietà storica. Quella del regista Joe Wright, invece, si presta ad essere la classica operazione di propaganda antigovernativa, piena di errori ed inesattezze, che riduce Mussolini ad una eccessiva quanto bolsa caricatura, come ricorda Annalisa Terranova su Libero1https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/41290298/scurati-marinelli-m-mussolini-operazione-marketing-spacciata-rieducazione-popolo.html.
Lei ha resistito fino alla seconda puntata: chi scrive immaginava benissimo il taglio falso e l’impostura cinematografica; per questo, ha lasciato volentieri agli altri l’onore di sorbirsela.
Luca Marinelli, nell’intervista rilasciata al Corriere, ha definito devastante la prova nell’interpretare il “Figlio del Secolo”, per lui cresciuto in una fervente famiglia antifascista. Convinto che Mussolini sia stato un criminale, naturalmente non può che vedere grandi parallelismi con il presente. La storia, adesso, ce la spiega lo “Zingaro” di “Jeeg Robot”.
Il tutto, poggiandosi sul romanzo di Antonio Scurati, già stroncato dallo storico Galli della Loggia per una serie di errori storiografici che avrebbero bocciato uno studente a un esame di terza media. Se poi si aggiungono la sceneggiatura e le ambientazioni tra il truce e gotico, più tutta una serie di personaggi tra il turpe ed il grottesco, facile immaginare che venga sommerso di critiche anche piuttosto pesanti. Persino Marco Travaglio nel suo editoriale2https://www.ariannaeditrice.it/articoli/fascisti-su-marte, ha seppellito la serie ispirata al romanzo. Il rischio, come evidenziato dal direttore del Fatto Quotidiano, è che chi vede la serie pensi davvero che i personaggi siano veramente così, marionette, parodie, e sagome del grottesco. E vada a cercare conferme nel romanzo di Scurati, invece di farlo nei libri di storici alla De Felice, Mack Smith o Emilio Gentile.
Così prosegue Travaglio: “Mussolini non era una macchietta, era un personaggio serio e tragico: non sporgeva il mento quando teneva in mano i suoi bambini, non passava tutto il tempo a trombare, a sproloquiare idee confuse o far menare il prossimo, non faceva il dito medio in piena Camera, non diceva ‘Make Italy great again’, perché non conosceva Trump”. Idem per quanto riguarda la riduzione di D’Annunzio a psicotico e la Sarfatti ad amante infoiata mentre fu intellettuale e mecenate, artista ispiratrice del Fascismo. Stessa sorte tocca a Marinetti vestito come Totò a Capri, che declama nel salotto come un deficiente ispirato Zang tumb tumb: il fondatore di un’avanguardia artistico-letteraria che segnò tutto il Novecento e che tutt’oggi non smette di essere studiato e di ispirare mostre e performance nell’arte.
L’intento della serie è anche quello di mostrare il volto violento e repressivo del regime. Ma il fascismo non fu solo violenza, fu un fenomeno storico serio e tragico, attorno al quale confluirono tutte le contraddizioni e le tensioni ideali del Novecento.
Ancora Travaglio: “C’erano pezzi dell’ Italia magmatica e contraddittoria, delle masse uscite dalla guerra, che volevano essere protagoniste, facevano la fame per la crisi galoppante, premevano alle porte del palazzo pretendendo di votare e di contare, scuotevano le tarme dell’ancien régime notabilar-liberale anche menando le mani nella lunga e violenta guerra civile su tutti i fronti (socialisti/fascisti, agrari/braccianti, padroni/operai) o, se stavano bene o benino, reclamando ordine dopo tanto caos. Ma quell’Italia, nella serie, non c’è.”
E senza quel senso di tragedia quella violenza non ha senso, è fine a se stessa e non trasmette alcuna emozione. Non spiega come Mussolini sia stato in grado di coinvolgere 45 milioni di persone tanto che Renzo De Felice parlò di “anni del consenso”, e di come Il Duce riuscì ad affascinare le personalità più importanti del XX secolo, Da Gandhi a Churchill, da Stravinsky a Roosevelt e gran parte dell’intellighenzia Internationale.
Nel trailer Luca Marinelli ammicca: “Guardatevi intorno, siamo ancora tra voi” e banale e vuoto, come solo questa sinistra a corto di anima e di idee sa essere, lancia il riferimento alla Destra al potere. Poi si possono bloccare le elezioni in Romania perché il candidato alle Presidenziali vince le primarie con un programma anti-atlantista, scoprire che Il patron di Fb era stato costretto ad omettere dal suo social quelle informazioni di diverso orientamento sulla politica vaccinale durante il periodo Covid, al monopolio dei Big-tech e dei governi dei tecnici e dei “migliori”, che se ne fregano delle elezioni se non danno conto ai “mercati” e che ne ribaltano il risultato se questo non gli fa comodo. Tutto ciò accade nel migliore dei mondi possibili, in piena liberal-democrazia, e sempre più interventista e militarista in politica estera. Ma ovviamente l’elettore della sinistra liberale non lo noterà nemmeno, e dopo la visione della serie su M., sarà ancora più convinto di essere dalla parte giusta della storia e di combattere il Fascismo, anzi il tecno-fascismo Trumpiano, che ritorna a minacciare la nostra democrazia. All’inaugurazione del nuovo mandato presidenziale, Musk ha fatto anche il saluto romano…