L’assassino della porta accanto: l’ordinaria violenza nella società dei consumi

Nov 24, 2024

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Negli ultimi tempi la cronaca nera non riporta notizie di grandi rapine, di assalti al treno, di caveau di banche svaligiati, ma di assurdi delitti ai quali nessuno sa dare una spiegazione. Una signora che esce per una corsa notturna e non tornerà mai, perché accoltellata da un assassino che nemmeno la conosceva e voleva sapere cosa si prova ad uccidere. Un ragazzo che attende l’autobus, ucciso per derubarlo delle cuffie con cui sentiva la musica, oggetti di poco valore. Una giovane mamma che uccide i suoi neonati e li seppellisce. Un adolescente che stermina a coltellate mamma, papà e fratellino  e si siede tranquillo su un muretto ad aspettare, senza un motivo preciso, per un non meglio identificato malessere. Un uomo maturo che uccide tutti familiari, un vicino e poi si suicida. Potemmo citare molti altri casi simili, tutti avvolti dal mistero del movente che non c’è, stragi familiari, massacri di sconosciuti, omicidi senza un preciso motivo. Segno della decadenza di un mondo senza valori, di vite senza scopo, di folli aspettative di ricchezza e successo che si risolvono in brutali disillusioni.

Abusi e violenza in famiglia, più tutele con la riforma civile

Il valore della vita azzerato dalla società del materialismo consumista, dove conta solo la ricchezza da esibire, la perdita della sacralità del corpo diventato  oggetto di consumo immediato. L’assenza di limiti morali per la scomparsa del padre, incarnazione simbolica dell’autorità, dispensatore di regole e responsabile della repressione delle pulsioni più ferine dell’animo umano. Scatenano in soggetti adulti iperprotetti, che si sentono delusi o rifiutati e perdono pericolosamente il controllo sfogando la rabbia su vittime inermi o sconosciute. La scienza nuova religione laica, eletta a feticcio nel tempo della sorveglianza, che impone terapie coatte a sani e malati, scompare in un silenzio imbarazzato e colpevole di insipienza. Le discipline sociali non sanno dare spiegazioni sul motivo scatenante l’assurda violenza, la psichiatria, la criminologia, la sociologia, si arrendono senza una diagnosi precisa.

La causa viene liquidata frettolosamente come patologia mentale, ma non è possibile che tutti gli assassini siano degli psicotici, tutti affetti dal disturbo antisociale di personalità, sociopatici privi di empatia e regole morali. In realtà una diagnosi c’è, anche se non conviene vederla e men che meno renderla nota, perché sgradita ai padroni del potere. Il malessere profondo di vivere in una società disumana fondata sul profitto, priva di idee che diano motivazione alla vita, dove la spiritualità si è eclissata da tempo sostituita dalle nuove superstizioni narcisiste. Un mondo artificiale ridotto ad immenso supermercato, il non luogo privo di riferimenti e sentimenti di cui parlava anni fa  l’antropologo francese Marc Augé.

Consumismo, tribalismo, mimetismo: gli assi della nostra vita. - Gazzetta  di Milano

La labilità mentale prodotta dalla mancanza di disciplina, porta alla difficoltà di elaborazione del rifiuto, dell’abbandono, nell’assoluta incapacità di sopportare il disagio psichico. In una parola: nella debolezza di generazioni cresciute nel mito della fragilità, della fluidità, della permissività, della morte della famiglia. Una società ipocrita che reprime le sane pulsioni aggressive e condanna gli sport del coraggio, ma propugna la soddisfazione immediata di ogni desiderio. Il Principio di Piacere freudiano, potente forza dell’inconscio che pretende subito la gratificazione del desiderio, nella società nutritiva prevale sul Principio di Realtà, che invece rimanda la soddisfazione delle pulsioni nel rispetto delle regole morali e sociali.

La frustrazione uccide e fa uccidere, la repressione delle spinte naturali porta all’emersione improvvisa e violenta dell’Ombra, la liberazione del Mister Hyde che vive nel profondo. La violenza repressa si sfoga nelle risse tra adolescenti, tra tifoserie avversarie, negli omicidi senza movente. Una società grigia e senza sogni, dove l’avventura ed il rischio sono banditi, dove la conquista e l’ardimento sono fuorilegge, genera uomini deboli preda di accessi psicotici. Disturbi psicotici brevi, in cui un soggetto ritenuto mentalmente stabile, una cosiddetta persona “normale”, perde il controllo sulla realtà e manifesta comportamenti disorganizzati, violenti, alterati, pericolosi per sé e per gli altri.

Tollerare la frustrazione – Psicologa Milano – Dott.ssa Simona Segantin –  Psicoterapeuta Milano – Dipendenza da gioco, dipendenza affettiva, sclerosi  multipla

Dall’equilibrio psichico ad una sua alterazione improvvisa ed imprevedibile caratterizzata da disturbi dal pensiero come i deliri e le allucinazioni. L’appiattimento culturale del Pensiero Unico, la distruzione della memoria della stirpe con la cancellazione della Storia, la perdita dell’identità e la scomparsa  della comunità generano mostri. Il vuoto viene colmato con la dipendenza dall’alcol, dalle droghe, dagli psicofarmaci, dalla pornografia e dal cibo, perché la mente umana non tollera il vuoto e lo riempie con ciò che appaga di più e più facilmente, come la violenza sugli indifesi. I criminali che uccidono per il piacere di farlo, per un malessere profondo che li domina, non hanno il coraggio di misurarsi con  avversari in grado di difendersi. Colpiscono chi non può rispondere alla loro violenza, la rabbia anestetizza la paura e la sublima con l’atto distruttivo, più sicuro sfogarsi sugli inermi che fare i conti con se stessi.

La società più violenta della Storia, dove i genocidi sono tollerati, dove le guerre colpiscono i civili e la violenza è esibita nei telegiornali, nei videogiochi, nei film, nella Rete, la reprime nelle sue espressioni vitali. La lotta tra avversari leali, il combattimento tra antagonisti, l’agone disciplinato da regole sono demonizzati come orpelli di un passato da rimuovere. La normalizzazione della violenza nella comunicazione provoca emulazione, la banalizza facendola diventare un fatto quotidiano espressione inevitabile delle dinamiche sociali. Vedere ogni giorno alla tv ospedali bombardati, palazzi sventrati, cadaveri di bambini e di innocenti ammazzati, rende insensibili al dolore altrui ed assuefatti alla violenza dei prepotenti sui deboli.

Tutto ciò che viene veicolato come normale passa dalla coscienza al profondo, modificando la percezione della realtà: essere deboli e sopportare ogni nefandezza e sopruso diventa la nuova normalità. Un branco di pecore timorose è più facile da manipolare e costringere a qualsiasi criminosa imposizione, come è stato fatto con la sospensione dei diritti civili durante l’epidemia influenzale del 2020. Il Sistema deve isolare chi ha coraggio e reagisce alle violazioni della libertà, ma eliminare i guerrieri – naturali anticorpi della società – fa scatenare i folli ed i criminali. Senza i cani da pastore, i lupi sbranano il gregge.