La famiglia e le sue (errate) concezioni: per una visione sacrale e verticale

Nov 26, 2024

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Quando si parla di famiglia, nel dibattito politico sembrano essere presenti due posizioni tra loro divergenti ed opposte. Da una parte il fronte progressista per cui la famiglia può essere di qualunque tipo (monogenitoriale, bigenitoriale etero oppure omosessuale, famiglie “allargate” dei tipi più disperati e così via), dall’altra il fronte conservatore per cui l’unica famiglia è quella naturale, composta da padre, madre ed eventuale prole. Visioni apparentemente opposte ma in realtà molto simili e, soprattutto, entrambe figlie della visuale borghese diffusasi in tutta Europa a seguito della Rivoluzione Francese. In entrambi i casi, infatti, il concetto di famiglia è frutto di una interpretazione puramente orizzontale, differenziandosi unicamente sul numero o il sesso (quando lo si possa identificare…) dei componenti della stessa.

Gay Pride 2021, oggi cortei in sei città. Al Milano Pride Beppe Sala e  Alessandro Zan - la Repubblica

Eppure la famiglia può essere vista anche sotto un’altra prospettiva, anzi così è stato nella tarda antichità di tutti i popoli indoeuropei. Prendiamo ad esempio il concetto di gens ai tempi della Roma antica: un insieme di famiglie patrizie, tra loro imparentate poiché ritenevano di discendere da un antenato comune, spesso un personaggio leggendario artefice di azioni eroiche e/o imparentato addirittura con gli Dèi. Da questo possiamo trarre due conclusioni: in primis le famiglie discendevano da un antico antenato, comune tra loro, per cui la concezione della famiglia aveva una chiara impronta etnobiologica, escludendo chiunque non appartenesse alla loro stirpe; ma la stessa aveva anche una chiara impronta divina, poiché l’antenato originario era spesso imparentato con gli Dèi o, comunque, ad essi affine.

romanoimpero.com: DIRITTO ROMANO - FAMIGLIA

Sono proprio questi i due punti su cui dovrebbe soffermarsi chi, oggi, voglia provare ad opporsi alla visione postmoderna della famiglia, sia dal lato sinistro che destro. Per prima cosa bisogna sottolineare il fatto come la famiglia, in quanto anche fenomeno di ereditarietà biologica, dovrebbe essere il primo argine contro il diffondersi della società multiculturale; e poi, invece di blaterare di famiglia come fatto naturale, si dovrebbe avere il coraggio di affermare la volontà di voler riprendere l’antica visione sacrale della stessa, tipica dei nostri più antichi antenati. Sappiamo benissimo come, in entrambi i casi, il rischio di essere bollati come estremisti e/o razzisti sia molto forte. Però da anni sentiamo parlare della cosiddetta “finestra di Overton”, quella teoria politica che descrive come si possa cambiare l’opinione pubblica affinché precise idee, inizialmente considerate infondate o peggio ancora inaccettabili, possano, dopo una serie di passaggi, diventare accettabili se non addirittura maggioritarie. E in questo la sinistra, soprattutto in materia di diritti civili, è stata onestamente molto capace ad imporre le sue idee. Ma anche la destra potrebbe riuscirci, se solo avesse più coraggio e meno complesso di inferiorità e voglia di “accettazione” da parte dell’opposta parte politica. Atteggiamento quanto meno bizzarro da parte di chi, almeno a parole, si rifà a personaggi come D’Annunzio, Marinetti o gli Arditi della prima guerra mondiale.

Il valore fondamentale della famiglia - Lettere | l'Adige.it

Speriamo che prima o poi qualcuno riesca a rimettere la barra a dritta e riprenda il coraggio di difendere le proprie idee, non certo per pura piaggeria ma ritenendole, nel proprio intimo, le uniche corrette e, soprattutto, quelle più giuste. Ormai non si tratta più di stare in piedi tra le rovine, ma di cercare di uscire da sotto le rovine, in cui tanti sono finiti per paura della luce del sole!