Negli ultimi anni, l’Europa ha accelerato i suoi sforzi per imporsi come attore globale nella space economy. La crescente competizione internazionale, trainata da Stati Uniti, Cina e altre potenze emergenti, ha spinto l’Unione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a investire in tecnologie avanzate, infrastrutture e collaborazioni per mantenere la propria rilevanza nell’industria spaziale.
Per quanto riguarda la situazione economica attualmente in exploit, la space economy globale ha superato nel 2023 i 469 miliardi di dollari, con una crescita costante che la proietta verso i 1.000 miliardi entro il 2040. Di questa cifra, l’Europa rappresenta circa il 15% degli investimenti pubblici globali, seconda solo agli Stati Uniti. Tra il 2021 e il 2024, l’ESA ha gestito un budget record di 14,4 miliardi di euro, destinato a progetti ambiziosi come il sistema di navigazione satellitare Galileo, il programma di osservazione terrestre Copernicus e le nuove missioni lunari. A livello industriale, l’Europa ha un ecosistema spaziale robusto con oltre 10.000 aziende attive, tra grandi contractor e PMI.
Il lancio di Ariane 6 risulta uno degli sviluppi più attesi degli ultimi anni è, avvenuto nel luglio 2024 dopo ritardi significativi. Questo razzo, successore dell’Ariane 5, è progettato per offrire un accesso autonomo e competitivo allo spazio per l’Europa, con costi ridotti e maggiore flessibilità rispetto al passato.
Ariane 6 è fondamentale per competere con operatori privati come SpaceX, il cui Falcon 9 domina il mercato dei lanci commerciali. Tuttavia, l’Europa sta lavorando anche su nuovi razzi riutilizzabili come il Themis, sviluppato da ArianeGroup, per ridurre ulteriormente i costi di accesso allo spazio.
Per quanto concerne l’Unione Europea, due programmi di punta sono Galileo e Copernicus. Galileo, operativo dal 2016, è il sistema globale di navigazione satellitare europeo, una risposta strategica al GPS statunitense e al BeiDou cinese. Al 2024, il sistema conta 26 satelliti operativi, con piani di espansione per includere una nuova generazione di satelliti entro il 2030, migliorando precisione e sicurezza.
Copernicus, invece, è il programma europeo di osservazione della Terra, utilizzato per monitorare il cambiamento climatico, gestire le risorse naturali e rispondere a disastri naturali. Con sette satelliti Sentinel attualmente in orbita, Copernicus rappresenta uno dei sistemi di monitoraggio più avanzati al mondo.
L’Europa su Marte? Attraverso il programma Artemis, guidato dalla NASA, l’ESA fornisce moduli di servizio per la capsula Orion e sta lavorando a una base lunare sostenibile. L’iniziativa Moonlight, inoltre, mira a creare un’infrastruttura di telecomunicazione e navigazione intorno alla Luna, rendendo l’Europa un partner essenziale nelle future missioni lunari.
Per Marte, l’ESA sta collaborando con la NASA per la missione Mars Sample Return, progettata per riportare campioni di suolo marziano sulla Terra. Al contempo, il programma ExoMars, che include il rover Rosalind Franklin, è destinato a esplorare il Pianeta Rosso nel 2028.
Nonostante i progressi, l’Europa deve affrontare una serie di problematiche che limitano la sua competitività nella corsa allo spazio:
1) Fondi insufficienti e dipendenza da altri attori
rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, il budget spaziale europeo è più contenuto. Ciò limita la possibilità di competere in aree strategiche come le missioni lunari e lo sviluppo di razzi riutilizzabili. Inoltre, l’Europa dipende spesso da attori internazionali per missioni critiche, come nel caso del programma Artemis, dove l’ESA è principalmente un fornitore di supporto.
2) Ritardi nei programmi e complessità burocratica,
progetti chiave come Ariane 6 hanno subito ritardi significativi, mettendo in dubbio la capacità dell’Europa di rispettare le scadenze. Inoltre, la frammentazione decisionale tra l’UE, i singoli Stati membri e l’ESA rallenta l’implementazione di politiche spaziali unificate.
3) Mancanza di razzi riutilizzabili, mentre SpaceX ha rivoluzionato il settore con i suoi razzi riutilizzabili, l’Europa è rimasta indietro. Sebbene siano in corso progetti come il Themis, il ritardo nello sviluppo di tecnologie equivalenti rappresenta un grosso svantaggio competitivo.
4) Limitato supporto all’innovazione privata,
il settore spaziale europeo è ancora fortemente orientato verso programmi pubblici, con meno incentivi e finanziamenti per le startup private rispetto agli Stati Uniti, dove attori come SpaceX, Blue Origin e Rocket Lab prosperano grazie a un ecosistema favorevole.
Negli ultimi anni, però, il panorama europeo ha visto emergere diverse aziende private innovative nel settore spaziale:
1) Rocket Factory Augsburg (Germania)
Specializzata nello sviluppo di razzi a basso costo, l’azienda tedesca punta a lanciare il suo razzo RFA One, progettato per carichi utili di piccola e media taglia. Si propone come concorrente diretto dei lanciatori statunitensi come Rocket Lab.
2) Isar Aerospace (Germania)
È uno dei principali attori emergenti in Europa, con il razzo Spectrum, sviluppato per missioni a basso costo per clienti commerciali e istituzionali. Isar Aerospace ha già attratto finanziamenti privati significativi.
3) PLD Space (Spagna)
Questa startup è pioniera nel settore dei piccoli razzi riutilizzabili. Il suo razzo suborbitale Miura 1 è stato lanciato con successo nel 2023, segnando un passo importante per l’industria privata spagnola.
4) Avio (Italia)
Una delle aziende più consolidate, Avio è il principale sviluppatore del razzo Vega e sta lavorando a versioni migliorate come Vega-C e Vega-E.
Queste aziende rappresentano un’opportunità per rafforzare la competitività europea, ma necessitano di maggiore sostegno finanziario e normativo per crescere rapidamente e competere su scala globale.
La corsa allo spazio europea si trova a un bivio. Da un lato, l’Europa sta facendo progressi significativi attraverso programmi ambiziosi e il supporto a missioni internazionali. Dall’altro, deve superare criticità strutturali e burocratiche per rimanere competitiva in un settore sempre più dominato da attori privati e nazioni emergenti, per non rimanere chiusi in una bolla. Il futuro della space economy europea dipenderà dalla capacità di integrare innovazione privata, investimenti pubblici e cooperazione internazionale in una strategia coesa e lungimirante, per aspirare ad una avanguardia europea capace di mirare di nuovo alle Stelle.