Heimat è un’associazione culturale che da anni, in quel di Gorizia, sa distinguersi per il suo poliedrico attivismo; Heimat – “piccola Patria”, “focolare” – è anche una parola tedesca, che più di ogni altra forse incarna l’animo mitteleuropeo della terra goriziana, e il senso di coesione spirituale che ne emana. Una Heimat, dunque, vera e concreta, in un senso e nell’altro tutta da scoprire.
Quando nasce, e perché nasce Heimat?
Heimat nasce circa cinque anni fa, quando il nucleo fondante dell’associazione, animato da un sogno, dall’amore per la cultura e il confronto platonico, crea per Gorizia la nostra realtà “alternativa”, aperta al dialogo, al confronto e ad ogni esperienza che vede storie e idee incrociarsi e raffrontarsi. Così, la nostra “sfida alle stelle” si è definita passo dopo passo, mentre la lotta ostinata contro ogni fatalismo ci ha portati a mettere radici, due anni fa, nell’attuale sede in Piazza Vittoria. In essa, le nostre molte attività prendono vita: la capiente libreria contiene libri a volontà, fonte e anima del nostro Ideale, mentre sotto la scritta “Presente” si svolgono le nostre riunioni.
Una vivacità culturale multiforme, la vostra. Fateci qualche esempio…
Nel tempo, abbiamo voluto e saputo affrontare le tematiche più eterogenee, tutte attualissime e tali da generare molteplici spunti di riflessione attraverso un dibattito sano e libero. Fra le altre cose, ricordiamo gli incontri con il dott. Ghisetti del CESEM (Centro Studi Eurasia e Mediterraneo) sul conflitto russo-ucraino, con la corrispondente di guerra Chiara Giannini, con il giornalista e scrittore Toni Capuozzo sulla situazione dell’Afghanistan contemporaneo, con la Dott.ssa Hanieh Tarkian sul quadrante iraniano, e molto altri ancora…
Non solo geopolitica, però. Il vostro carnet di ospiti ha annoverato nel tempo molti altri nomi, e molti altri argomenti…
Esattamente. Negli anni, abbiamo discusso di eretici del pensiero come Pasolini, Pound e Céline, ascoltato racconti di viaggio, lambito i limiti del fantastico, e ascoltato uomini di Tradizione come Paolo Paron. Con il Dott. Adriano Segatori, poi, amico e sodale della nostra associazione, abbiamo trattato – introducendo i suoi scritti – il tema del COVID e del suo impatto sulla società odierna, mentre di Massimo Fini siamo stati onorati di presentare l’autobiografia. Ancora, rammentiamo con estremo piacere le serate con Danilo Leo Lazzarini, storico, attore e scrittore eclettico, che non manca mai, ogni volta che lo ospitiamo, di lasciare a bocca aperta i tanti convenuti. Parliamo di tutto, dunque: attualità, politica, religione, dinamiche sociali, e non sono mancati neppure i personaggi scomodi, come Nino Ciccarelli, membro di spicco della Curva Nord dell’Inter, o Antonio Mancini e Giampaolo Manca, ex criminali.
In quali altri modi si ramificano le attività culturali di Heimat?
Beh, innanzitutto ci preme sottolineare il nostro puntuale dare spazio alla musica e alla Settima Arte mediante cineforum e concerti, concerti che – fra gli altri – hanno visto varcare la nostra soglia Federico Goglio, in arte Sköll, e i Bencazada di Trieste, accompagnati da una scenografia particolarissima. Inoltre, ricordiamo con grande affetto una serata in onore di San Patrizio, durante la quale Ester Pavlic ci ha deliziato con la musica della sua arpa, lasciandoci immergere nel mito di un’Irlanda fiabesca. Quindi, la casa editrice, che ha all’attivo pubblicazioni anch’esse variegate, che spaziano da classici come “Il Principe” di Niccolò Machiavelli, ad approfondimenti, come “Soccer Party”, sulla fusione fra il Bassano e il Vicenza Calcio, sino a “Il glicine dell’odio”, di Massimo Esposito, che tramite le tragiche vicende della famiglia Signorelli giunge a toccare l’intera storia d’Italia. Non lo neghiamo: l’attività editoriale ci lascia assai soddisfatti, per l’apprezzamento dimostrato dai lettori, e per il gusto intrinseco di riscoprire scritti e tematiche troppo spesso, a torto, dimenticati in secondo piano.
Molte attività, un solo fine, un solo Ideale. Cos’è Heimat, dunque?
Sin dalla nostra nascita, abbiamo cercato di proporci come niente più di ciò che siamo: ragazzi volonterosi, tesi verso il cambiamento. Per questo, la nostra Comunità non cessa di crescere, perché al di là delle specificità di ciascuno dei suoi membri, rimane un solo fine ultimo a unirci tutti. A muoverci, la passione, ma anche la volontà di creare qualcosa che oggi in pochi fanno, e così cercheremo di andare avanti, lasciando che i sani principi che sempre sono stati nostri seguitino ad animarci e contraddistinguerci. Conversare con i nostri ospiti di tematiche poco trattate rinfocola in noi la curiosità, e la speranza che per il nostro tramite risorga una vitalità che da troppo tempo appare sopita nel nostro contemporaneo. Ad ogni nostra conferenza, tutti sono liberi di esprimersi senza censure, dando la propria linea, ma anche – talvolta – ricredendosi, in un consono e costruttivo confronto di opinioni. Ovviamente, libertà di espressione non significa anarchia. Ogni proposta, puntualmente, viene valutata dal nostro direttivo, ma rimane orgoglio della nostra associazione perseverare senza padrini né padroni, mediante – fra l’altro – un autofinanziamento che, soprattutto mediante la casa editrice, ci consente di restare a galla e non affondare. Non abbiamo la presunzione di creare chissà cosa, ma aiutare le persone a togliersi ogni velo dagli occhi e leggere la realtà così com’è ci rende immensamente felici.