MONITO SOLSTIZIALE: IN UN MONDO DI FALSI DIRITTI, SIATE FEDELI AL VERO DOVERE

Dic 20, 2024

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Negli ultimi anni si è sentito parlare molto di “diritti”, soprattutto quando si parla delle cosiddette “minoranze” – basti pensare al mondo LGBTQI+ – con le sue battaglie sulla parità di genere e i relativi capricci che ne derivano. Proprio in un momento storico come questo, coloro che si rifanno ai valori della Tradizione devono essere fedeli al dovere: dovere di essere Uomini e Donne, di appartenere ad una terra e ad una famiglia, di restare fedeli all’idea – che va perennemente studiata, approfondita e nutrita –, ma anche e soprattutto alla parola data. Fedeli, insomma, ai princìpi ai quali abbiamo volontariamente scelto di aderire: la lealtà, il coraggio, il senso dell’onore, la generosa accettazione delle responsabilità, la magnanima e frugale condotta quotidiana, l’etica della tenuta. Essere, in tre parole, fedeli al Fuoco. Una fiamma metafisica che – tramandataci dai nostri avi – abbiamo la responsabilità di alimentare e alla quale prestiamo nuovo giuramento ad ogni solstizio. Si badi bene, “alimentare” e non “accendere”, perché quel fuoco non è mai spento e mai lo è stato, giacché ogni soldato politico lo porta dentro di sé e lo nutre nel proprio quotidiano. Durante le notti di Solstizio, lo concretizziamo di fronte ai nostri occhi: non più indefinita vibrazione percepita nell’anima, ma fiamma ritualmente resa visibile a tutti, in un’unica grande pira.

Ma cosa significa, davvero, essere fedeli al dovere? Tutti hanno l’accesso o la possibilità di farsi carico di queste responsabilità? Noi crediamo di no. I doveri e le responsabilità di cui parliamo, infatti, sono riservati ad una piccola cerchia di persone: gli uomini di militia. Molti tentano di esserlo ma – accorgendosi ben presto del pesante carico – se tirano fuori. Il bello, in fondo, è anche questo: essere consapevoli che non tutti vi sono destinati e che – percorrendo questo cammino – abbiamo un privilegio. A maggior ragione, quindi, l’uomo di militia dev’essere saldo e fermo in quello che dice e che fa: non sono permessi tentennamenti, perché la posizione è una e va mantenuta. Se non si è disposti a sacrificarsi fino in fondo per l’idea, del resto, vengono meno tutti quei doveri di cui prima…

La fedeltà al dovere racchiude in sé tutto ciò in cui il soldato politico, o colui che aspira a diventarlo, deve disciplinatamente osservare. La vita quotidiana mette a dura prova la nostra scelta: come spesso ripetiamo, infatti, è facile perdere rapporti personali o posti di lavoro, talvolta persino il contatto con qualche caro; ma ci piace pensare, tuttavia, che queste siano le sfide che il destino ci pone davanti, e  solo con una bussola interiore ben orientata sapremo mantenere la strada giusta, che poi è quella della Verità.

In Omero troviamo la massima espressione della fedeltà al dovere nella figura di Ettore, che nonostante fosse certo del proprio destino e della propria morte nella battaglia con Achille, scelse di dare l’esempio al proprio popolo, restando al proprio posto e combattendo fino all’ultimo respiro. Ma senza scomodare le gesta eroiche dei grandi poemi antichi, che devono essere alla base della nostra formazione, possiamo attingere a molte testimonianze vive e recenti che ci riguardano più da vicino: i 650.000 italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale, nella quale sono inquantificabili i gesti eroici, che troppo spesso non ricordiamo a dovere, dove il richiamo al dovere e la fedeltà alla Patria furono tangibili; i numerosi esempi manifestatisi nella Seconda guerra, dove possiamo ricordare con commossa ammirazione i più di 70.000 italiani che morirono sul fronte russo, resistendo in condizioni inimmaginabili, le migliaia ragazzi della Folgore caduti in Nord Africa, le centinaia di Franchi Tiratori, giovanissimi, che a Firenze rallentarono clamorosamente l’avanzata degli “Alleati”; e un’infinità di altri episodi, di singoli eroi o di gesti immortali… Ciò che accumunò questi ragazzi – oltre all’essere Europei, prima che Italiani, tedeschi o francesi – fu l’idea di un’Europa unita, forte, salda nella propria identità e sovrana di se stessa. Idea per la quale molti sopravvissuti continueranno a combattere, anche a guerra finita, in nome del giuramento fatto.

Centinaia di esempi – che dobbiamo studiare e scoprire – da cui trarre stimolo, forza e volontà; persone incredibili che dobbiamo tenere a mente nel quotidiano, quando ci sorgono dubbi o domande sul nostro operato. Perché dobbiamo ammetterlo: a ciascuno di noi è successo di mettere in discussione il nostro impegno su questa via: tuttavia, abbiamo sempre cercato di eseguire al meglio i compiti che la lotta ci ha assegnato… La consegna, del resto, è sempre questa: restare fedeli alla propria natura e al senso del dovere, per crescere nel percorso personale e diventare esempio, moltiplicando così la qualità della Comunità.

Queste poche righe, scritte di getto, sono una semplice riflessione sorta da una lettura fatta in preparazione al periodo solstiziale, che ben sappiamo essere un momento energeticamente favorevole all’introspezione e alla ricerca interiore. Con tutta l’umiltà del mondo, vorremmo dare un consiglio a chi legge: quando vi troverete in sua presenza, osservate il fuoco; parlateci, anche se non può rispondervi a parole; fissatelo attentamente con gli occhi di chi vuole e di chi cerca. Le risposte, sicuramente, non tarderanno ad arrivare…

Sol invictus!