I primi bilanci e il bicchiere mezzo pieno…

Dic 2, 2024

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Si tratta di decidere se considerare il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. A due anni esatti dall’insediamento del governo Meloni, è tempo di fare i primi bilanci. In primo luogo è bene premettere che si tratta del primo governo a traino Fratelli d’Italia, ovvero, l’eredità del fu MSI. È la prima volta che la Fiamma Tricolore guida un governo con un partito che è tuttora prima forza nazionale. Si calcoli anche la pesante eredità che un lungo periodo di governi di Sinistra, pentastellati o tecnici, hanno lasciato a questo esecutivo di Destracentro. C’è chi – da Sinistra – grida alla deriva neofascista, chi da posizioni di Destra più radicale lo incalza accusandolo di essere troppo conservatore, moderato, borghese. Su economia e tasse, gli ambienti liberali aspettano la “Rivoluzione liberale” (che non fece neppure Berlusconi), quelli più “sociali” rimpiangono corporativismi in stile Bottai di cui non si vedano neppure l’ombra e si rimprovera una continuità neoliberista berlusconiana se non draghina. Gli ambienti più “sovranisti” sognano un’Italiexit (impossibile), o almeno uno scatto d’orgoglio nazionale che dia alla Patria maggiore autonomia (e onore) nei confronti della UE e della Nato. L’ambiente giovanile e intellettuale della Destra (da quella interna a Fratelli d’Italia a quella esterna) è sempre più insofferente per le scelte di politica estera e internazionale. A dire il vero, nel caso di Israele, le critiche sono spesso preventive: Premier, ministro degli Esteri e ministro della Difesa hanno sempre criticato l’eccesso di difesa, e le tensioni tra Italia e Israele sono cresciute dopo i vili attacchi israeliani all’Unifil e persino alla Croce Rossa. Ma è abbastanza? Certamente no.

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Ma cerchiamo di pensare a quali sarebbero le alternative: vogliamo riconsegnare il Paese al “Campo largo?”; oppure pensiamo che vi siano opzioni differenti a destra? Che possa deludere certe aspettative o meno, questo governo è l’esecutivo più a Destra della storia della Repubblica, e prima di dargli il benservito, mi sembra opportuno vedere come procede. Occorre soprattutto vedere quel mezzo bicchiere pieno, che non è poco. Senza l’attuale governo, avremmo ancora le diciture Genitore 1 e Genitore 2, avremmo la propaganda gender nelle scuole, non si sarebbero promossi i movimenti Pro-life nei consultori sull’aborto, non sarebbe stato decretata la maternità surrogata come reato universale. Non avremmo il Ddl sicurezza – che non è sufficiente – ma certamente un ottimo punto di partenza. Il Piano Mattei con il centro d’accoglienza in Albania che la magistratura sta cercando di boicottare, e quindi urge una vera riforma della giustizia che rovesci come un pedalino i rapporti di potere tra potere esecutivo e magistratura: basta con l’uso politico della magistratura, basta con le correnti, e procedere con le separazione delle carriere. Ma se questo assedio contro il governo è così forte e costante, significa che probabilmente questo governo è inviso alle Sinistre e ai poteri forti. Non è quindi il momento di dividerci e litigare, ma di compattarci e fare rete, pur conservando un sano spirito critico che pungoli il governo a migliorarsi.

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E infine, torno all’aspetto culturale. Dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, hanno tentato di fare le scarpe anche a Alessandro Giuli, sbeffeggiandolo per la sua oratoria criptica, insinuandone una scarsa preparazione e competenza, e cercando di dimostrare – senza riuscirci – scandali inesistenti. Il tentativo è fallito: la Premier Meloni ha blindato il ministro, che resta al suo posto e sul suo operato giudicheremo al momento opportuno. Ma non sfugge il dettaglio che quello alla Cultura è il posto chiave più aggredito dalle forze progressiste, perché devono dimostrare la loro esclusività su quel settore e l’inesistenza di una cultura di Destra. Per questo dobbiamo rispondergli per le rime. Non a caso, viene molto malvista l’attività instancabile di Stefano Zecchi, intellettuale di Destra molto raffinato, che da tempo ha proprio raccomandato la Destra di sradicare l’egemonia progressista, catto-comunista e radical-chic. Proprio di Zecchi è fresco di stampa un suo bellissimo romanzo, edito Mondadori, dal titolo “Resurrezione”, un libro che consiglio vivamente perché attraverso la fantasia letteraria viene efficacemente espressa una visione spirituale della vita.

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