Da Corvetto a capodanno: le nuove banlieue italiane, che il progressismo finge di non vedere

Gen 26, 2025

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Nelle scorse settimane – a Milano, nella zona del Corvetto, periferia degradata con gravi problemi di criminalità – è scoppiata la prima rivolta armata degli immigrati e dei cosiddetti italiani di seconda generazione. La scintilla che ha fatto deflagrare la guerriglia contro le Forze dell’Ordine è stata la morte accidentale di un giovane arabo che fuggiva da un posto di blocco. Nessun omicidio, come si vuol fare credere, solo la fuga di pregiudicati con la refurtiva addosso.

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Subito dopo l’incidente stradale si radunavano nelle vie del quartiere gang che lo mettevano a ferro e fuoco, provocando danni e violenze per le quali nessuno pagherà mai. Ma il terrore dei cittadini, l’aggressione alla Polizia, i danneggiamenti agli arredi urbani e il disagio di un quartiere ostaggio della criminalità, non sono nulla confronto al rischio di islamizzazione forzata della zona. Il destino delle periferie urbane italiane segue inesorabilmente quella delle altre città europee dove le minoranze straniere hanno preso con la violenza il controllo di interi quartieri diventati enclave musulmane.

Dalle città scandinave, preda della peggiore criminalità straniera, grazie alle folli politiche di immigrazione incontrollata, alle banlieuses francesi regno della malavita magrebina, alla zona di Molenbeek a Bruxelles dalla quale sono partiti sanguinosi attacchi  di terroristi islamici. In queste zone le leggi e la presenza dello Stato sono soppresse e sostituite dalle regole della Sharia islamica, alle quali sono sottoposti tutti gli abitanti.

La prepotenza e la violenza degli immigrati è permessa della debolezza delle autorità e dalla paura dei cittadini ai quali è vietata ogni difesa dalle prepotenze dei nuovi arrivati. Le gang di giovani arabi non sono mosse dal credo religioso, ma dalla frustrazione di non avere ciò che possiede chi vive da sempre dove loro si sono a forza insediati. La loro presenza costa ai contribuenti parte delle finanze dello Stato per spese sanitarie, per l’istruzione, per la criminalità, risorse sottratte ad una Nazione nella quale vivono sei milioni di poveri assoluti, dove il dieci per cento di minorenni non ha una vita dignitosa per la miseria delle famiglie.

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Ciò nonostante i “nuovi italiani” pretendono il benessere costruito dagli autoctoni con sacrifici di generazioni, con anni di lavoro delle famiglie e di tasse dovute ad uno Stato che non li protegge. Il desiderio delle case, delle auto, dei beni di chi controvoglia li ospita è più forte di ogni fraudolento disegno di integrazione, crea l’assalto violento alla società di coloro che non si possono difendere.

L’opulento stile di vita occidentale, fatto di inutili consumi, di individualismo ed egoismo, di narcisismo, genera la debolezza di popoli destinati alla scomparsa. Il cattivo esempio della società nutritiva, fatto di bassi disvalori borghesi, fa breccia tra gli affamati predatori arrivati sui barconi a sostituire gli europei. Anche questi ultimi non fanno più figli come gli italiani, velocemente lasceranno le usanze tribali, la famiglia autoritaria dei padri padroni violenti e diventeranno grassi consumatori dei beni altrui. Nessuna volontà di integrazione, non interessa loro uniformarsi alle usanze e alla cultura degli italiani, rispettare la religione, le leggi, ma desiderano solo stabilire il dominio etnico.

Profondamente razzisti disprezzano i deboli che li accolgono,  che giudicano inetti e vili, perché non si difendono e permettono alle loro donne di uscire sole e senza velo. Non ci sarà alcuna integrazione, concetto vuoto e bugiardo creato dalle forze progressiste al soldo degli gli interessi del grande capitale che vuole ibridare i popoli per renderli fragili consumatori. Chi non accetta la cultura del luogo dove si è insediato illegalmente  non verrà mai assimilato, rimanendo un corpo estraneo, un antigene senza anticorpi a combatterlo. Non la spietatezza degli invasori, ma la viltà degli invasi produce la sostituzione etnica, la cedevolezza degli Stati è lo specchio della debolezza dei popoli.

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La motivazione degli invasori è diversa da quella dei loro antenati Saraceni, ma la volontà di conquista e la violenza è la stessa, solo che ora non trovano la resistenza degli europei del passato. I Governi di Sinistra hanno permesso l’immigrazione selvaggia e impediscono la ribellione del popolo, come in Inghilterra, dove il disastroso governo laburista ha istituito il reato di islamofobia contro chi denuncia le violenze islamiche.

Le forze identitarie e conservatrici nonostante il voto popolare raramente riescono governare per il complotto delle formazioni progressiste che bloccano la volontà popolare con oscene alleanze elettorali. Gli indispensabili processi di reimmigrazione sono resi impossibili da corpi dello Stato che bloccano ogni tentativo di difesa, lasciando volutamente i cittadini in balia dei criminali stranieri. Nessuno però si ricorderà di loro, i responsabili dell’immigrazione selvaggia saranno i primi a soccombere sopraffatti da coloro che hanno introdotto senza regole e non ci sarà pietà, ma solo disprezzo per i traditori dei loro popoli.

Al Corvetto i rappresentanti dei partiti immigrazionisti sono stati espulsi dai cortei dei rivoltosi, le regole della guerriglia sono precise: nessuno spazio per gli infiltrati, nemmeno per quelli al servizio degli invasori. Un vecchio adagio fotografa lucidamente la situazione attuale

….“chi si fa pecora, il lupo lo mangia….”