Ugo Brotini nasce nel 1891 a Cerreto Guidi, un comune della provincia di Firenze. Partecipa alla Grande Grande Guerra del ’15-18 rimanendo ferito. Ferita che gli costa un’invalidità e la successiva certificazione di invalido di guerra. Brotini il 3 marzo 1925 si iscrive al PNF, continuando la sua professione di impiegato senza occuparsi attivamente di politica. Nel maggio 1941 entra a far parte della Consulta del Gruppo Rionale ‘W. Branchi’ e nel dicembre dello stesso anno ne diventa Fiduciario al posto dello squadrista Spreafichi Torquato (incarico che manterrà fino al febbraio 1943), e agli inizi del 1943 entra a far parte del Direttorio del Fascio di Parma.
Ugo Brotini nel momento più triste della Patria, l’8 settembre 1943, decide di aderire alla RSI, fu uno dei primi ad accorrere sotto le insegne del Partito Fascista Repubblicano e successivamente della Brigata Nera diventando Commissario del Fascio di Salsomaggiore. Il presidio di Salsomaggiore della provincia di Parma composto da squadristi della Brigata Nera ‘V. Gavazzoli’ e di alcuni militi della Guardia Nazionale Repubblicana viene attaccato alla 2.50 del 2 novembre 1944 da un numero imprecisato, ma molto maggiore, di sovversivi armati di cannoni 47/32, mitragliere da 20, lancia bombe e armi automatiche.1https://www.notiziarignr.it/ricerca/
Questi ultimi approfittano delle pessime condizioni atmosferiche, del buio e di una forte pioggia, per posizionare dei piccoli ordigni davanti all’ingresso della villa che ospitava il presidio. Il portone d’ingresso salta e inizia una forte raffica di fuoco. I fascisti riescono ad opporre una feroce resistenza per diverse ore. Gli attaccanti si vedono rifiutare la resa per ben due volte nonostante le loro numerose minacce: <<Arrendetevi, via diamo dieci minuti; pensateci, salvatevi, se non vi arrendete sarete tutti morti, anche i bambini che sono con voi>>2Testimonianza di Suor Vincenza in https://vecchiasalso.altervista.org/index.php/religiosi/padre-lecchini; alla terza proposta si decise di parlamentare. Chiedono a Brotini la resa sua e dei suoi uomini, facendogli balenare la visione della vita promettendo infatti l’arrivo immediato di un medico. Brotini rifiuta sdegnosamente affermando che i fascisti si sarebbero difesi fino alla fine, concludendo <<Se mi dai una rivoltella ti insegno come sa morire un uomo, ed un fascista>>.3 L’eroica morte dello squadrista Ugo Brotini, Gazzetta di Parma, 4 novembre 1944
Brotini parla ai suoi uomini dicendo che non obbligava nessuno a rimanere con lui, ma loro uno alla volta si schierano al suo fianco esclamando: <<Comandante, io rimango!>>.4 L. Battioni, Nell’anniversario della morte di Ugo Brotini, Gazzetta di Parma, 3 gennaio 1945All’alba gli attaccanti decidono di ritirarsi, trasportando con loro una decina di morti, feriti e di militi feriti catturati. Il conto totale per il presidio è di dieci feriti e dieci dispersi tra cui i feriti catturati. Gli aggressori sono convinti di aver vinto. Tanto vero che racconteranno la morte di tutti gli uomini posti a difesa del presidio. Ma le cose andarono diversamente tanto vero che: <<No, eroi delle imboscate, gli uomini sono tutti qui […] Hanno visto il loro Comandante morire e sulla sua salma gloriosa hanno giurato di vendicarlo […] Lo vendicheranno perché è giusto vendicare un uomo che diede tutta la sua dedizione alla famiglia e alla Patria>>.5L. Battioni, Nell’anniversario della morte di Ugo Brotini, Gazzetta di Parma, 3 gennaio 1945
Anima della resistenza del presidio è stata <<il cinquantenne squadrista Ugo Brotini, vecchia camicia nera del ’21, mutilato di guerra, lavoratore onesto e laborioso, fascista fedele di tutte le ore>>. Ugo Brotini era stato ferito gravemente <<col corpo piegato in più parti e con un femore spezzato, lo squadrista Brotini, Commissario di quel Fascio e comandante del valoroso presidio, continuò per lunghe ore ad incitare alla lotta i suoi uomini, a rincuorare gli altri feriti ed a dirigere il fuoco della sua arma con precisione e con freddo coraggio>>. Il mattino seguente Brotini viene trasportato all’ospedale di Parma dove viene sottoposto all’estrazione delle schegge e le sue condizioni si presentano subito gravissime per via di tutto il sangue perso. Nonostante le sue gravi condizioni di salute trovò la forza di redigere, al Commissario Federale Comandante della Brigata Nera, un rapporto d’arme sul fatto, esprimendo con fierezza parole per ricordare lo svolgimento del suo dovere:<<Quando vedi il Duce riferiscigli che un suo vecchio fascista mutilato ha dovuto riprendere le armi per difendere la sua fede e la sua Patria; digli che è contento di morire per il Fascismo, per l’Italia e per Lui>>.
Al suo capezzale la moglie, i due figli e tutti i suoi ragazzi del presidio. Chiede che il Cappellano della Brigata lo confessi:<<Non ho colpe, ho voluto soltanto bene al mio Paese, l’ho servito onestamente e difeso con tutta la mia anima. Perdono a tutti, ma, se Dio volesse ancora permettermi di vivere, riprenderei a combattere contro i ribelli che sono veramente la più grande tragedia della nostra Patria>>. Intanto i medici cercano in tutti i modi di salvargli la vita, ma è tutto inutile, nonostante una trasfusione di sangue, Ugo Brotini reclina il capo sul cuscino e si addormenta per sempre. Romualdi afferma essere la sua morte <<un insegnamento per tutti. Buoni e cattivi raccolgano questo insegnamento della fede che ha permesso a quest’uomo di morire come un martire, segno di una civiltà superiore che non tramonta e dello spirito della gente italiana che non può soccombere sotto la violenza di alcuna forza materiale>>.6P. Romualdi, Ugo Brotini. Esempio di eroismo squadrista, Gazzetta di Parma, 26 novembre 1944
I funerali di Brotini si svolgono in maniera austera e solenne, alla presenza di Romualdi in qualità di Commissario Federale e vice segretario del PFR. La bara viene portata a mano da alcuni squadristi seguiti dalla moglie e dai figli dello scomparso, dal Gagliardetto del Fascio di Parma, autorità e popolo. Alla fine della cerimonia la salma di Ugo Brotini viene trasportata in piazza Garibaldi dove alcuni cittadini si radunano nonostante lo stato d’allarme per i continui bombardamenti aerei. Il Commissario Federale procede al rito del <<Presente>>, dopo di che il feretro viene portato al cimitero.7Le onoranze al valoroso camerata Brotini. Il rito in suffragio dei Caduti della Brigata Nera, Gazzetta di Parma, 5 novembre 1944