Spesso gli individualisti e i collettivisti presuntuosi, non le persone, smettono di leggere. Per me, esclusa l’estate a causa delle alte temperature (nella stagione estiva leggo possibilmente tra l’ultima notte e l’aurora), riservo la lettura dalla mezzanotte alle due. Solo oggi – e forse non è un caso – ho terminato di leggere le “Ultime conversazioni” di Benedetto XVI, a cura di Peter Seewald, traduzione di Chicca Galli (Milano 2016): è realmente il testamento spirituale verso i “laici” e i “profani” del papa emerito…
“Non ho mai percepito il potere come una posizione di forza, ma sempre come responsabilità, come un compito pesante e gravoso. Un compito che costringe ogni giorno a chiedersi: ne sono stato all’altezza?”.
Si tratta del testamento spirituale, in forma divulgativa, della guida cattolica, che è riuscita a riconfermare e a riproporre la forma religiosa cristiana in qualità di via metafisica contemporanea. Il “Rifiuto” del potere pontificio come scelta spartiacque nel risanamento ed il rinnovo in seno alla Chiesa. Quindi da Papa a “semplice” teologo e devoto verso il “Christus Regnat”. La durezza e la gravità interna al suo impegno pontificale è quasi puntualmente riportata nel libro.
Prendendo il testimone di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ci informa puntualmente intorno ai giorni del Concilio Vaticano, alla sua elezione al soglio pontificio di Roma, fino alla dura e quasi incredibile trama diretta dalla cronaca di appena ieri degli scandali, degli abusi sessuali del clero. Benedetto XVI, avendo il sempre più raro dono della profondità e dell’altezza culturale e spirituale, ci dona un volume, per chi non l’avesse letto cinque anni fa, pieno di speranza, di riscatto nell’alveo della cristianità.
“A quel tempo i suoi genitori vivevano con lei. Li aveva fatti venire a Frisinga. Erano presenti? C’era mio fratello, i miei genitori no. Avevo voluto risparmiarglielo. Erano rimasti a Frisinga, Durante la discussione io ero presente perché avrei dovuto parteciparvi. Di solito i professori non discutono tra loro, ma con i candidati. Poi aspettammo in corridoio che venisse resa nota la decisione. Mio fratello, il predicatore di San Ludwig Pakosh e qualcun altro ancora. E’ durata in eterno e, be’, potevo solo aspettarmi il peggio. Che non è arrivato. Dopo una lunga attesa in corridoio mi fu comunicato che avevo superato l’esame […]. (p. 96).
E ancora:
“Eppure i media italiani dissero che il vero retroscena delle sue dimissioni era da ricercare nello scandalo Vatileaks, che riguarda non solo il caso di Paolo Gabriele, ma anche problemi finanziari e intrighi in seno alla curia. Alla fine le trecento pagine del rapporto d’inchiesta su queste vicende l’avrebbero talmente scioccata da non farle vedere altra via d’uscita che far posto a un successore. No, non è assolutamente vero. Al contrario, le cose erano state del tutto chiarite. Una volta ho detto, proprio a lei credo, che uno non può dimettersi quando le cose non sono a posto, ma può farlo solo quando tutto è tranquillo. Io ho potuto dimettermi proprio perché riguardo a quella vicenda era ritornata la serenità. Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi o di una fuga per l’incapacità di farvi fronte” (Ivi, p. 38).
Dalle campane, dalle cattedrali, dalle basiliche, dalle chiese e dalle preghiere di Roma, capitale politica d’Italia, e spirituale d’occidente, il Papa Emerito Benedetto continua ininterrottamente a pregare per il ben-essere non solo dell’Occidente, ma del mondo e dell’intero Universo. Il volume in quistione rappresenta senza dubbio le fondamenta culturali e spirituali per chi volesse orientarsi, all’interno della forma religiosa cristiana, preferibilmente cattolica e non (vedi l’equazione di Benedetto Croce sul cristianesimo e l’occidente), per mezzo della luce nel buio con la bussola esistenziale e vivente di Gesù Cristo Re e Sacerdote, accanto al pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
L’operato del papa argentino, con l’accoglienza e l’inclusione massima mai registrata nella storia del genere umano, complicata e resa sempre più pericolosa culturalmente e socialmente dalla pandemia-endemia “Covid-20”, di chi è realmente differente da noi, può essere definito come il “paradosso Bergoglio”, caratterizzato da un pontificato costretto a fare i conti con profonde contestazioni e divisioni all’interno del Cattolicesimo. Lacerazioni che hanno riportato d’attualità un termine quasi dimenticato: scisma. Papa Benedetto XVI si è spento il 31 dicembre 2022 presso il Monastero Mater Ecclesiæ nella Città del Vaticano.
Ultime conversazioni, Benedetto XVI, Peter Seewald, Garzanti, Milano, 2016, 238 pp., 12,90€.