3 Settembre 1943. Siamo nelle campagne siciliane, esattamente in una piccola frazione di Siracusa, in un luogo ricco di segreti e avvolto da misteri: la tenuta è quella di San Michele a Santa Teresa di Longarini, a 3 km da Cassibile di Siracusa. Si tratta di una masseria fortificata adibita a base militare, con svariate tende da campo. Ed è proprio nella tenda adibita a mensa che il pomeriggio del 3 settembre 1943 – alle ore 17.15 – il generale Giuseppe Castellano e il generale Walter Bedell Smith firmarono L’Armistizio di Cassibile, denominato poi “Corto”, alla presenza di Eisenhower e del traduttore console Montanari.
La tenda da campo è arrangiata per l’occorrenza con due tavolini accostati, coperti con un panno e due posaceneri sopra: qualcuno tira fuori del whisky, ma si beve senza brindare. Eisenhower esce dalla tenda, stacca un ramoscello di ulivo e lo sventola: da subito, dà ordine di fermare i cinquecento bombardieri diretti verso Roma. Sorvolando sugli aspetti che portarono però a quel giorno, vi sono molte controversie e misteri su quello che accadde in quella tenda da campo in Sicilia alle ore 17.15.
L’ENIGMA DEL LUOGO ESATTO
Dagli studi e dalle minuziose ricerche dello storico militare e amico Lorenzo Bovi, autore di numerosi testi tra cui la collana SICILIA.WW2, emergono aspetti che portano ad un depistaggio da parte degli americani sul luogo esatto della firma.
Come detto in precedenza, l’armistizio fu firmato in una tenda da campo allestito all’interno di una masseria fortificata in contrada San Michele e numerose sono le testimonianze anche con foto dell’epoca… ma gli americani, forse, indicarono Cassibile per non svelare quale fosse la loro base operativa?
I depistaggi arrivano anche attraverso vari cippi che gli americani deposero come luogo della firma nella piazza di Cassibile, ancora con una targa sul mulino della Marchesa, e addirittura una segnaletica stradale che indicava il luogo della firma in tutt’altro sito.
E LA COPIA DELL’ITALIA?
Le copie dell’armistizio erano tre e scritte in inglese: una per gli italiani, una per gli americani e una per gli inglesi.
La copia destinata all’Italia però mancava di un paragrafo tradotto ed emesso come ufficiale, e tale paragrafo sottolineava che le condizioni dell’armistizio non sarebbero state rese pubbliche senza l’approvazione del comandante in capo Alleato e che – inoltre – il testo in lingua inglese fosse considerato ufficiale.
Al momento della firma di Castellano, il traduttore Console Montanari non fu interpellato da Castellano, senza che lo stesso Montanari potesse verificare che la copia su quel tavolo riportasse le stesse condizioni pervenutegli giorni prima a Lisbona e che si occupò di tradurre.
Ma questo, di certo, non avrebbe cambiato il destino di quel giorno, poiché le condizioni di Smith erano chiare: potevano soltanto essere accettate o rigettate, ma non discusse.
Il 5 settembre del 1943, dunque, viene consegnata al Capo di Stato Maggiore il Generale Ambrosio, che la fece tradurre prima di consegnarla a Badoglio assieme ad altri importanti documenti. Ma la copia destinata all’Italia sparisce, per poi essere ritrovata in un elenco di documenti distrutti il 9 settembre 1943 negli uffici del comando supremo destinati al grande falò per ordine di Ambrosio.
LA FIRMA DI CASTELLANO
Stando ai documenti e alle foto pervenute a Bovi attraverso le sue ricerche, vi sono molti aspetti che fanno riflettere sulla firma di Castellano sull’armistizio.
Da alcune foto si nota che Castellano è impegnato a firmare uno spazio posto in alto a destra del foglio, mentre le firme sono ritrovate in basso nel documento ufficiale.
Altro aspetto è il nome dello stesso Castellano battuto a macchina in modo erroneo e firmato alla stessa maniera.
Nella copia ufficiale dell’armistizio è scritto GUISEPPE CASTELLANO, dunque in nome Giuseppe è battuto erroneamente, ma cosa strana è che la stesa firma a penna riporta il nome GUISEPPE.
Dunque, alcune riflessioni affiorano legittimamente grazie al lavoro di Lorenzo Bovi:
Perché le copie americane e inglesi non sono consultabili visto che quella italiana è stata bruciata?
Perché l’Italia ha solo copie senza firme?
Perché Castellano firma sulla parte alta del foglio, mentre nei documenti le firme sono in basso?
Uno dei tanti misteri della storia, pertanto, richiede ancora delle risposte.