Nell’ultima fase dell’Impero Romano, prima della sua caduta e della rinascita attuata dallo spirito germanico, come in ogni epoca decadente, il mito del denaro e il sesso furono la principale causa di corruzione; quest’ultimo, nell’epoca contemporanea, è divenuto materiale quotidiano di consumo, fino a sfociare nell’elogio delle nefandezze lgbtq, della promiscuità e dell’ideologia di genere.
Da ciò quindi deduciamo che il sesso e il denaro siano di per sé fonte del male? Assolutamente no. Lo divengono se il loro posto nella scala gerarchica viene invertito. Se i soldi sono un mezzo, come lo furono per tutte le stirpi d’Europa, che ci hanno lasciato cattedrali e monumenti che ancora oggi costituiscono il faro della bellezza, la loro funzione è positiva. Se i soldi sono la conseguenza di una conquista di guerra, che però è stata fatta per principi alti, a cui segue appunto una precisa metafisica, non sono lo strumento del demonio. Se il sesso è la funzione che congiunge, oltre l’aspetto fisico e materiale, comunque importante, gli opposti principi del maschio e della femmina, al fine di continuare la stirpe, assume una funzione sacra. Diventa una gabbia se si trasforma in ossessione e fine ultimo.
Proprio nel momento in cui il sesso e il denaro divengono il centro della vita degli individui, si assiste a un grado sempre maggiore di onanismo e ancor di più di povertà, fatta salva una ristretta cerchia contro-elitaria e oligarchica, che detiene ogni ricchezza, destinata però anche essa un giorno a decadere ad uno stadio talmente infimo e ctonio da perdere i propri privilegi. Quanto fin qui esposto ci aiuta a comprendere un aspetto fondamentale della nostra civiltà europea: non è tanto il mezzo ad avere valenza morale, è bensì il modo in cui questo viene declinato.
Ecco perché per gli europei la gerarchia, la vita guerriera e l’azione creatrice sono dei presupposti fondamentali. Il Cattolicesimo fu in effetti l’integrazione dell’elemento cristiano nella romanità, che assunse anche la funzione rettificatrice. Differentemente dalla spiritualità semitica, che considerava il corpo come fonte del peccato.e imponeva a chi voleva raggiungere la virtù il rifiuto della materia e l’evasione dalla realtà, i cattolici europei sapevano che la materia e il corpo erano parte della realtà e che sarebbero divenute parte di un processo demoniaco soltanto se non fossero stati sottoposti alla gerarchia dello spirito. E non è evidentemente una coincidenza che Dante, cattolico, romano e imperiale nell’etica, mettesse nello stesso girone infernale, insieme ai bestemmiatori, coloro i quali in riferimento al sesso e al denaro si erano macchiati della colpa di pervertirli, andando contro l’arte e contro la natura. La loro matrice consisteva nell’aver scelto tra le due vie, tanto care al mondo classico, quella eroica e quella antieroica, la seconda invece della prima.